Critica Sociale - Anno II - n. 13 - 1 luglio 1892

106 CRITICA SOCIALE Dunque il sottoscritto non si è mai sognato di discu– tere, so la magistratura rosso o non rosso ìn realtà ~~d~ri!"fee~~:11; ~f.!l ,i~:~e c:~ ,~d:ii c~g":;:!c;:; fsC . bcrnnzo. Irrequieti, hai creduto di interpretare, rica– mnndo su tale idea fissa. il tuo articolo. li su8"oinvece dello mio noto, ertl, lo ri1>eto,o por l'atumhtà, Questo: si ma111cng1\ intatto chi sa di do\'cr protcsta1·0 domani - nllrimenti si incomygcra,_mo coloro, i quali credono di 1>0torfar ser\'tL la magistra– tura del ministro, sol che a loro possa 11ccomodaro- u la. protesta rimarr1\ sterilo come sabbia eritrea. E poichO in seguito a,·ova creduto di entrare nella ~~~r~ì:~~e~1~~~\i~epl':~eh~~hi~!;!~ 0 ,?~f :~a J: ~ ::,~ tan1o questo: cl.10 il guardasigìlli do,•esso dirigere il pubblico ministel'o nel pro11n10,·cro lo azioni penali contro gli anarchici, o cho questo dovo,•asi ritener lecito per la tana applica;iom: della leuge, la zampa del sot• toscriUo risposo che la teoria. cm siraordinariamemo impossibile, dacchè nessuna. leggo autorizzava una sif• falta enormità. Oni. tu hui avuto la bonti\ di scrl,•erc che (1uesta mhi. risposi a. ora trionralo dal punto di vista scolttstico, ma hai voluto soggiungere che cm Jcg,m di Don Ferrante o del medico di Mo\ièro, porchè si aggrappava allo scoglio di un articolo di leggo, mentre, qualunque rosso ~ioie~~Ìie i!~~fo~f 1 ~~1 ~ci:~U~ 0 m?,~lst!;:1oC.C~:~.ièrii~:~~~ por rorza delle coso. )la anche qui tu sci andato. perdonami, nelle nubi. lo risponde,·o ad uno cho \'OIO\'U. sostenere permessa dalla leg9e l'influenza del guardasigilli sul pubblico ministcr·o. Om che cosa dovern risJ>ondcrol Che la legge permotte,•a o non pormottel'a. ~u~~S1~~~1:a:1\ 1 ~ 11 ~~~~\~.~:s:ad~tf: 011e~tc:r:~~\f:~o I limiti dello. ques1iono, <1unlierano stati posti dal Luc• chini - cd lo non ho corto Ingegno J>or esuberanza irrequieto, così da potermi pormoltore lussi clital genere. D'al!rondo risponde,·o ad uno che tu, caro Tnrati, co~~o~iic1ì:1è'1!~~\~1~..ra~a,"~i:~f!?fn a~~~1i: 0 d":i1:~~:g~g;:; giusto che io solo in nome della leggo rispondessi. Dunque, riassumendo, lo non recl la questione se la magistratura. sia o non sia in fatto indipendente, come tu, J>Or ispondere quello che hai risposto, hai ritenuto. Verrà un momento in cui il fatto quotidiano otrrirà oecl\Sionod'attualità anche por questo od allora, bada. bene, lo colonne libere della Lombardia diranno quello che pensano. Per a.dosso abbi pazicn1.a.: ht questione tla. me ratta por la. lettera. Cotta era. ben dh•ers11, o J>Orciòil tuo 111·Hcolo1·imano come un·csc1-citaziono accademie:\ o nulla piL'1, in quanto riguardava mo. F~ dclto questo, taglio subito, un po· 1>erchè,mosso a JKlStole coso, nessuno de' tuoi lettori potrà dar torto ,, me, qualunque sia la nota che tu aJlporrni a questa mia, o che, conoscendo il segro10 del mestiere, ho gfa cercato di paralizzare; un po' pcrchè sarebbo enorme che uno < scrib,il e fariseo della stampa liberalesca o reazionaria., a,•esse ad usurparo a· tuoi lctt0ri so– ,•erchia parte di te - oltre quanto permette il diritto della diresa personale. Grazio dunque dclrospitalitit - alla. quale molio ho concesso o credimi Mlhrno, giugno 1891. offe:.io11atiuimo E. VALDATA. Ormai il nume dolfatlualiU, - ili\ocato anche dal colleg11.Valdata. - pi_\lnon ci assislo poi' una replica. lunga.. nile\'iamo soltanto che se, trattando di ciò che ?1):ÌI~~~ c:r;\ :~ 0 i:ac~~o'1;~ist~;~p~" il 0 ~!~~u~;~~~ th·o riesce un poggiora1i\•o del primo), pigliammo le mosso dal tOltc reazionario Jova10 da taluni giornali, prima f'ra essi la Lombardia, contro l'onesto biglietto del Cos1a,e se, incidentalmente ed in nota, citammo un·argomentazione dell'U.rcit,-eche ci par\'o un monu– mento di scolas1icismo, un campione classico ,lella tlfalcUica borghese a baso di principì astraUi e falsi i-UJlJlOSli artiflciosnmc11toper realtà <'Oncreto; uoi tut- B t>Ioteca G no Bianco ta.l'ia non obbimo mai l'intenzione, o meno che mai l"abbiamo or.i, pe1• quanto amici Jon·on. Costa o per 3ì~nt:u a~~~"ic~t~,!I. d l~~ro~~i ~!l~~~~p:•;!l~c~f~t~~fii"J;!i Codice di procedura o ai p1'incipi accettali dallo facoltà. di giurisprudenza. Una lalo disamina non interessa. affatto i uosfri lettori ~~:i°';a~> 1 r~it; ~:o c1~~•;c~~~~d:~ 1·iu!~}~~~ 0 1 ~!~~s~ 1 1~ ingerenza noi 1>ubblici1>oleri- far cessare tosL o,senza bisogno di i,1co1•a!JfJiome11ti o n onta. ai comodi 1ilc11.zi della. leggo scritta, obbrobriose J>Orsecozionial 1 >0nsicru, le quali - il Valdata non ce lo nega.- ebbero sempre Jalralto il loro primo e principa le 1110,·cn to;o si farob• boro un debito d'onore di 11011 trincera.re , come ranno 01"& i ministri, la. loro responsab ilità dietr o la. jì11;io11c giuridica di un J)Otcre accusatorio aceralo, che ncll;1. reali& 11011 ò mai esistito e la cui supposizione (in ciò consentiamo col pror. Lucchini) non O che il para\'onto dietro cui la. rca:t:ionocela lo suo tresche agli occhi dei gonzi che si 11asconodi parole o di formulo. boTI!';~sia 0 ~~r q~~ d~I t~~i~:~1:: 1 :11:1~ s~ 0 ~ 10 u!~~J!n~ fu tutla osclush•amcnte legale o rormalc, ossin iisantina ed accademico; che egli non si occu1,>ò di ciò che è o che può e11c,·c noi mondo reale, ma. d1ciò c ho scaturi• rebbe I\Stratlamente dal principio legislo.th •o. Se noi l'Olessimo al col.Ioga V aldata per sonalmente quel malo che \'Ogliamo soltanto a c011iarticoli del suo aller ego l'U,ciere-i quali. libl!rame,ite quanto si \'Oglia ~~1r°!':!!;::rì a~~\r:s~~rlt8 1 ~~n:e:.ii 0 ~:st!à~,~~11:r 1:~ questo caso - 11011 al'remmo altro da l'aro che prendei· atto dello suo dìchìarazioni o dargli tosto causa ,•inia. Miglior ,·cndetta non potremmo sognare. Ma. r1uauto all'accusa, ch"cgli ci ra, di supposizìono d'inrante, essa, so mai, non reggo che in questo senso: che noi al'rommo creduto di ,•odoro un bambino ,·er11 o \'h'O, lnddo,•o ora egli assicura di non 11,vor posto chu ~~ì fd~:,~c~~~~ài~p:~~~ -~~,;~s~uJ~~,i~l~r~:11~~:d~n~h~ non la vana apparenza., noi a.,·remmo seguita. con l11i la. stessa. logica ch'egli segul, quando all'ado,·ato,·e della ~~b1irr°!1ntst~~: 1 ~ 1 :!·t11t ernn~~~i ~!·!~~~rans~~'1 1 ~ti. ~~~ n. 147 della Inmbanlia rimboccan: e Il guaio è che l'atrerm:uione è di quelle che ranuo SOITidero!. dc~vw L~iC:1~i 1 1~~t~I l~~~:i~~ 0 :~~o-;J. 1 1i r;~~:t~~~) Ep))lll'Oquesti, è la sola questiono che sia. Ja.\'\'oro una <questiono». Il Valdata sorride di fronte ai 11rin-• cipi astra.tli noi regimi dell'assolutismo sincero o pahiso; noi sorridiamo ancho meglio, lii fronte " quelli Jel dispotismo mascherato o corrotto - I quali l'iceYur&;~ cgh ha rarin di Jli~Jiaro sul scrio. Ridott& ai conllm ìn cuì la vuol s1ringere l't\\'\', Val• dllta., la dis11uta.può continuare noi .:l/011itol'e dei 'l'ri•• t~~i~1~ &! 1 l:,c ~!~~:':ad: 1?~~~'~tb;u:1~~1~~io~o °3F~~:~~~ Xul. Lavolatiliuazione della una diclasse 1,·amico carissimoOsvaldoGnocchi·Vianici m.-uula: Ilo lelto, giorni r,l, in un giornale un 1·e11ocouto ifas· suutivo del rcconlo Congresso delle Sociofa afTrafollato, in Palermo. 111 quel Cougresso 11armi che uno solo lii si.i ratto av\'cdulo interprete della. lolla di cla11c: H llagliano. Ei disse. rra altro: Ci sono due grandi cla.._,;si, coloro che tutto posseggono o coloro che non J)l1ssogi~no nulla. La loro lotta. è fatalo come il destino o si afferma do,•unquo. Sta bene: essa è un fenomeno che niuno può ue;,are. )la il fenomeno, come ce lo otrre il Magliano, sembrami

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