Critica Sociale - Anno II - n. 13 - 1 luglio 1892

CRITICA SOCIALE 105 GIURISPRUDENZA BARBARICA Scntcn~c cho lncorna~tuno 1·0111lcldlo CARO TURATI, B"'•""'• ,o f'wlno. A proposito di quello che &eri•i nell'ultimo numero della C,-itica. sulla cataatrore mineraria di Pnibram, nolo che il principio di economia Industriale: e L'operaio è carmi cla fabbrica o da maccliina •• oltre ad essere canone, che In vl1. pratica inrorma tutta la vita della industria, ha già. anche trovata nella nostra giurispMl• deoia la rormola,che lo eleva alla dlgnltl di principio giuridico. Non per nulla. I nostri 'YOCChi dicenno che ex facto orila,rju,. ltirormando una sentenza del Tribunale di Bergamo, che ritenne responsabile di lesiono Involontaria il pa..– drono di una tosslturn por non avere provveduto colla npposlzionodi ripari ad impedire o Quanto mono ren– dere Innocua la ruga dello navette dal telo.I, ruga che nell11. fatti,p«ie ha cagionato la perdita di un occhio a. certa operaia.. la Corte d'Appello di Brescia considera.: « Il Tribunale alTerma.,che Il padrone dello stabili– e mento Industriale 6 tenuto a romire gli apparecehi, e di cui 11 vale, di tutti i me;;i rico11o,cirdi come i più • allatti a pl'·tct.nfre tf!rle di1gra~ie. Ora questa propo- • 1iiione è troppo la.la , perchò non si può con ragione « ad un industriaJe Imporre di adottare. rorse con tnollO « di~<lio (I), quul in via di osperimento e 1,u,lle71(W#i e ,ieUa impouibilit1ì o poco ,neno di ,o,tt~~ la ouncor– • rtna-a, un meno 1uggerito per evitare le disgrazie e temibili;• (ecco Il canone pratico Industriale diventato principio di diritto) e •••• si può 1010 ragione,·olmente « esigere, contempcnndo l'r& loro l diritti e gli interessi e del capol'l\bbrica.e dell"operaio, • (il diritto dell'operaio a.Ila lncolumitl por1011alenon può , •aie.re in via assoluta, atlvtn111 omnc,, ma m eo11Ur11pe,-a10 - ciò è troppo giusto - col riguardo dovuto al tomaconto pecuniario del caporabbrica), e che Il padrone curi che la sua ra~ • brica. sia munlt& di quegli apparocehl che per uso e t<Mtatllc 10no riconosciuti valevoli a scongiurare i « temibili Infortuni • (con cho si finge di crcdero, che l'industriale posso. lnh'odurro volonta1·iamc11tc o rendere costante o quindi por sò obbligatorio !"uso degli stessi apparecchi, mentre pl\1 11opra 111. Corto hl\ ritenuto che l"uso stesso è rno lmJ)088ibile dalle necessilà. della concorrenia. Chiaro quindi che, secondo la Corte, furo co,ta11te non pub essere che degli apparecchi inadatti allo scopo e solo di essi obbligatorio) • .... e questa e: dichianuione del perito d"accusa, che il paranavette e in ferroavrebbo1olop1'0babitmente, ma non certamente e impedito il rcrimento sotrerto dalla .... fornisce un'altr& e perentoria ragione per dichiarare non luogo, eec. • (Col qual principio ovldenlemente ogni obbligo di pre– ,·enzione detll inrortunl M:Ompare,essendo intuitivo. che ogni meno prevenlivo, per quanto perfetto, non Impedirà mal Il cento per cento delle disgrazie, cioè non renderi. mal lmp08J!ibili le disgraiie stesse.) I..& Corte poi non credette di rilevare e daro impor– tani& " ùue ratti emertl d11llaistruttoria: i♦ che i paraM,·otte sono osteggiati dai ))adroni tessitori, J)Crchè rendono alquanto ph\ lento il larnro: 2' che mentre i cor])i dei trecento o quattrocento operai e operale a.mmucchia1i nella. u.l11.di teuitura sono esposti senta. r11 ...ro ai colpi di ques1e navette dall& punta. d'acciaio IM!Umine.ta, sruggenll dai telai ad ogni istante colln ,·clocltà di olto rootri al socondo, flCO apposite armature difendono con ogni cura le vetrate delle grandi ftnestre. Ed è naturale: le donne d'Italia non partoriscono lastroni. Se tu o qualcuno dei tuoi lettori uute vagheua di leggere per esteso la aentenu., che è del x, aprile 1891, la troverete nel Monitm-, a. pag. 450 dell"anno stesso.( 1) Avv. fEDH.ICO MA.IROSI. ( 1) OUHla aentenu non ti •r• t/'uarlta. )fa ae do,eulmo rlle-– ,are tutti I 1ludlca11, o c.lYIIIo penali, cbe 11 rllOITOno In una appllculooe dell'/IU' MUftdt ,t abMte,id'I &a.nellodal Codici pro– prietari 111 odio alla proprfeCl ed allA ,Ila della eia'" qgetta. dotremmo mutare la Crftlt• s«tat, In uo BOltcltlNO ,t,cdt•larlo. (,-'"t,t. ddt• Dfr•oltmt}. Ancora sull'in~ipen~enza ~ella 1 iistratura E A l'IIOl'OSITO DELLA u:rrn11Al)f.1.1,'0N. COSTA (') CARO TURATr, un"~~1~~u~r:i1co)o'~eW: ~i,1~tt~!;>i!~Ilf';t;~11::: ~~-~o 1-~:1b1:ns~t~a;bt:r 8~~:: l~ns::~.:~t~d!;ififn~~ centL. o nuffa poi malvagio: 1tc0mlo, perchè desideravo che lo stesso pubblico, nè in pili nò 111meno, leggesso lo e me o giudicasse: le1•;0, pcrchè qui in ctu1a. tu11. l)()SSO almeno sperare di 11011 essere J.liù « lo scriba. u l\risoo della stamp& liberalesca o reaz10naria • d!ll cui gregge non ti piacque - pur parlando in genere - escludenni. seni.a che io prendessi sul serio la cosa. 1·Jti;::~u:e~e1'i~" ,f-1~-~~ : l 1 r!ri~ !~iC:~n n ~ nulla a che rare con quanto io scrissi nelle colonne - non meno libere - della Lombardia. Tu sai, caro Turati, che noi conosciamo bene gli artlnci di noi altri legulei: primo rra. tuui (tuello di ca.111biare, come si dice, il bambino in cun&o, se oeeoJTo, la cuna insieme. - 1 ::C!~,~: ~\~en1~ 0 n:1~~~::: ra~~~,.'!!m;~r:n!rta~un& AppenL dunque. ru minis1ro ron. Bonacci, Andrea. Costa. feee pubblicare - nota ben~ J?Ubblicaro- il serente bigliello, cho lu, caro Turati, hai mandato, fe~to~tnc~!~ ~~!!:108:empre 1>er 11011 mostrare a'tuoi ANDRIA Co8TA ~•Iuta Il nuo,·o mini1tro di gr■lla e e:lt1AUll11, certo che li di• fen10re eloquente degli 11n1reblcl d1 Je.11 ~orrl, proor1td1re •#"di c,11i•o 111blto I •oll~MOII ""°''"' fil' ouocMdO'IU "-' u:Jt-:~~i~~~:~t~i:u,~id 1 ~ 5 ,~ t'a?':.i.::• ed~\laatl: cill.6.ltali1oa. . Ora, di l'ronte a questo blgllotto, il quale, dove,·i dirlo. invltua Il ministro a p,-or:tttlere, cioè ad ordinare che cessassero subito l proemi, la. Lombantia si è permessa :1\~ 1 T~ 1 ."'J~·t! 0 ! 01~g;~~'.eln :f~~ 0 i1 i"r~~p~~. 0 ~ sia. _puro a nn di bene. che Il ministro di grazi& e giu- :t~t~8°i~~a~r1~'"3f';~~~re qualche cosi. ai ma- Deplorava. adunquc, la. za.mpa del &0tloscritto, non altro IO non questo: che ron. Costa, ammei.lendo quanto sopra. 1i turasse la bocca per una feconda 1>rotesta, qualora, il giomo dopo, un conser,•atore in buona fede, e pure a. nn di bene dal suo punto di ,·lstn, a,·e.sse reclamato dal ministro l'ordino alla 111agis1ra.t11ra. di r.rocossaro gli anarchici - poi socialisti, non lo dia. ad c:1\:ì~e~ ~·:;1:!~l:Zfoc;:!8;1l1c:;:ar;:1ro1:;.llC88UIIO cho lo (t) Queato KrlUo del coll,aa ,\'aktata, ciuntocl all"ultlm"ora, quando Il 1lomal1 era ln1pa1lnato, non fil potuto inHrire nel fuckolo prttedenl-. cui ua dNtlnato. (.\"ot1i IUU11Dlre,lo"e). (') Ct-illM Soctttlf:, n, Il.

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