Critica Sociale - Anno II - n. 13 - 1 luglio 1892

CRITICA SOCIALE 107 cho solo in pa rte rispo nda. al vero, alla re&Ilà, imp&-– roechè panni lncont.ro, ·erlibllo o chiaro come la luoo del sole cho la discrepanza. di classi innalzi le sue tende arwhe nel ea.mpo intellettuale o nel campo morale. Ci può, lnraitl, essere eguaglianza. o oquipollenza econo– mica o aclstura e disparità clo.ssualo sotto !'a.spetto montale ed ollco. Perchè. dunque, risponda fedelmente al fenomeno 1.>elaledelle classi, il concetto di eluso deve essere allargato. Ogni rivoluziono - dice il Maglia.no- ru l'etretto di una lotta di classe. E COIÌdicendo, egli intende a dare una legittimità storica a colo.sta lotta. Sta benissimo. Ma.,sarà. sempre cosi1 Le rh·otuzioni ,lell'umanità si svolgeranno scm1u-o dall'arcolaio della. h1Ua di clnssoT Non è ,·oro che, so la lotta di classe rosse la legge olornR. doll'umanitù, vorrebbe dire che l'umanità non ,livontorh. ml\i un luUo orgtLnlco o Sl\rh. sempre una 111onoto111\ altalonl\ di classi dominanti o di classi sog- 1;oltof So cosi rosse, sarobbo cosa. ben tri.sto e dolorosa!... Ma ò pronto che debba proprio ossore sempre cosi! li passato e Il presente, guardati nel loro concatenato assieme, legiUimano la credenza cho, anche nell"a,·,·enire, url sempre cm11O il paualo o il presente, ben bene scrutali, non legittimano lnnw:o la crodcnta che ravnt· nire sai"& profondamente dh•e.rsof SI può, illfalti, senza un possimlsmo acciecanle, non ,·edere aUra,·erso i secoli - malgrado le intestine discordie umano - un processo complossivo di mutamenti in senso sempre più civile, "empro ph\ &ltof Non andrà, quindi, sempre più elimi– nando11lla lotta delle classi flno a raggiungere rarmonia umana! Si polrà poi porre il problema 50 cotesta armonia sarà l'ultima tappa umana; potremo domanda.re se la natura sarà chiamata, da sè stessa, a ingeneraro un altro regno, consecutivo al regno umano, oppure se la prima a.nnonia umana raggiunta non sarà che il primo n.nello di una ~rie di 1mccedontlsi sistemi di umane armonie. Sia l'una o l'altra cosa., il 11erioclodello lotte intestine di classe sarebbe chiuso, e tuUa una nuo,·o. leggo di 1rnsrormazionl - cho si può prosontiro, Intuire, ma non n.ff. ,rrn.roo definire nncorll - si svolgerobbo ncllu. nnt uro. o rgnnica. Non so 50 il ~fagliano si spinga collo suo argomen– tazioni e JH-c,•isloniftn do\'o mi spingo lo, ma ad ogni modo ~no lieto eho egli pure creda. che la lotta. di eluso non Kariì. eterna e crcdn nnzi che, se oggi è fato.lo corno Il destino, dobbiamo però operare per alte. nuarla e, col tempo, farla gpariro. Allora, 110 srorga come naturale o logica illazione che la lotta di classe dev·essere considerata, non come un p1·i11cipiocardinal.e, ma corno un J»'OCCUO lran-1ilorio. JI Magllano, corno a.cceonai, limita Il concetto di classe al campo economico. Tulhl"ia, pur limitandolo a questo campo, lo esplica in tutta la largheua eho a cotesto campo è acconsentita, e dice che, J>Oresempio, claut non Include gli operai sol~ rua I la,·oratori lutti. lo \'&do un po· pili in lì.. L"ho gi& detto, lo scorgo lo gpirito di claue anco nel campo bttdlt.ll «ale e nel campo morale. Posta cosl la questiono, si banno da una parto tutto lo attività o operosità. umano ulili, dall'altra. tutti gli ozi, tutto lo inerzie, tutti i parassitismi. Ecco lo vero due grandi classi sociali. o ----------- Ora. applichiamo a queste due grandi classi l'idea di IOiia. La lotta si af?'a.cclanaturale, razionale. SI tratta di organi:u.aro o di afT'rottare la ,•ittoria dogli 1iomini ,ocialmtmte utili. Non è una lotta giusta r9rsof Non ò una. lolla. sanla.1 Chi onestamente la puù condannaref Chi può non volere che la ramiglla umana diventi una clRSSosola, la cl&SSedegli uomini social– mente utlll 1 Non cl sarà. più, allora, questiono di cla.ui ; ma se si volesse pur con.servare la parola, in questo caso le classi saranno le mille e mille ,·arietà delle attività e operosità umano socialmente ulili. Nè !i parli più di lotia l't-a esse, ma sibbeno di coordinamento, di armonia. li còmplto sarà di organiuaro gll uomini a seconda dello speciali funzioni sociali che nella con,·h·cnza ossi esercitano, a.mnchè l'una runziono 11icolleghi o si soli– darizzi colle nHro. Por cui, se oggi acectllamo la.fol'mulo.: lolla di classe dobbiamo Jlur accottaro l'altra: an110J1iadelle cltusi, c1ualora. si voglia. conservare Il \'OCabolo cltu1e anche noU-a,·,·onlro. E allora la ,•ia tracciata sarobbo questa: arrica,~ aU'armot1ia ddle cku,i atll"ar>t1•,o la lolla di cJaut. Qualor& J>Oinon si , •olei.se accogliere nelranenire la parola el4Ui por sostituirle, per esempio, quella pili appropriala. di /u,uiot1i wciali, si avrebbe quest'altra tra.cci&: arrioore all'aboii::ione ddle eia.lii altraotr.o la IOila di cku,t, Intendendo, per abolizione delle classi, il coordinamento razionale o armonico di tutto le fun· zioni umano ulill. 0. GNOOCIII-VIANT, Inviandoci questo scritto, :\Ila cui in.serzione nel procedente f:tSCioolo foce difetto lo !!p.uio, O!n,ldo Gnocchi Vinni SUJ>pose che esso potcsso cs.,crc e lo e 7..0lfa.nollo cho s,•ogli il fuoco di unn polemica < sulla lotta di classe; quesL'l nebulOsa - cosl egli e soggiung<wa - che vuol ossero snebuU;;ala. • F. lo ò intiltti, por molti, una e nobulos.1 • - lo ò sopr:i.lutto , ci paro, ncll'tu·ticolo del nostro amico; il quale, di proposito, tanto no « nllarga » il con– cetto cho 1·icsco a volatili:1.1:nrlo.No fa egli una nebulosa, o poi dice: « od ora snobulizziamola. • Laddo,·o, n son.sonO!Jlro. nulla ò 1>ii1prociso, pili concreto, più positivo di coleslt\ lotta. Si può bensi fraintcnrlerla, immeschinirla noi confini :u1gu.sti di una lotL, di mestiere. o evaporarla nello arbitrarie astmttev.o del J)C.n.s.ierosubiellh-o. Ma obiotli\"a– monto - :\ dispotlo degli empirici o con buona ~ dc.i moson - ossa rimano quel cho è: attuale, palp.1bilc, ,•iva, recisa, proois.'lj o non si lascia ar– tat.1mento mut.nro di natura, di sign.iflcalo o di forma. Poi Gnocchi la lolL'l di classo non è « un prin– cipio rordln:lle », ma e un p1'0CCSSO trnnsito1io ,. della natura. Conressiamo d'ignorare prorondamenlo che cosa. siano. nella natura o nella sociotA, i < principi ror– dinali •· Al p.1ri di quel regno e consocuth•o al regno umano • o di quei e succedentisi sistemi di :1rmonio • di cui lo stesso Gnocchi ci parla, le son cose - dichiaramolo candidamente - dello quali non abbiamo pratica o cho in noi - diffidenti

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