Critica Sociale - Anno II - n. 6 - 16 marzo 1892

CRITICA SOCIALE 01 Cosi all'anima ansiosa del be.nocd addolorala, benchè non !spaurita, do·mali necessari cho lo tengon dietro, Il\ memoria rimembra. con Il\ vaghou& di un presenti• monto un solenne verso del Platen: e L'epoca de' dollJri ,i ar,oicina. • Puro un altro immodialamento no segue dello stesso poeta, che dice: « .Va 11it11te puù a,-re,tare ii cor,o del tempo!• f.TTORB C1cCOTTI. L'individuo e lo Stato lii. Abbinmo ,•Otlutocomo il lnvoro degli uomini sia tutto o qua.sic.'\.Sualmontodil•olto, scu1.a cho nes– suno c01'Chidi aclatta1•0 il p1-op1•ioa quello del vi– cino; o come <1uindi il rosultato ullimo di tutta la civilLI\ sia il disordino univors:\lc, un'atassia sociale sp.·wc.ntos.,. Quindi una dolio principali obiezioni dello SJ)onccr gli si ritorco contro. Diccsi - egli scrivo - che <1uando furono la prima mli.'\ nperto in 19).i.gna lo rorrO\~ic, i con– tadini camminando sullo rot:\io rinuu1os.sc1-o spesso schiacciali, e di ciò si d:wa colll.'l ai macchinisti porchò non re,,mwnno la macchina; 1)a1'0che r~pc– ricn1A loro non si rosso ancora ro1,nata un con– cotto dell'impulso di una g1~ mas.sachosi muoYo a grande ,•etocit:.\.Qucsl'incidcnto mi torna a mento nel contemplare lo ideo del cosidelto uomo poli– tico vralico, noi cui ccr,·ello non entra mai l'idea di una cosa simile all'impulso J)()litioo, od ancor meno di un impulso politico, cho im·cco di dimi– nuii-o o rimancr'O costante aumenta. La teoria da cui si lascia guidare giornalmcnto ò che il cam– biamento prodotto dal suo pronodimonto debba formarsi o,·o egli niolo che si rcrmi. Egli con– templa con gmndo attenzione lo coso che polr..\ compio1"0l'aziono sua, ma pensa poco agli effetti ro– mo1i c1·oati da o.ssa,od ancor mono agli onètti col– laterali. 0SSCl'\fa7.ionogius!issima; o che dO\'J'Cbbcl'Omo– ditnro tutli quelli ,che erodono una cosa facile go– ,•e1·na1'0 i J>OJ>Oli. Ml\ so <1uosto camltcro d'impr~ ,•iden1.a ha spesso l'aziono go,•ornati,·a, come e qunnto pili gr,wo non l'ha l'aziono individualo! 1:nbbiamo gi:\ detto pit't sopra cho tutta la storia dell'uomo non è che la scrio di orrori cui l'ha tra– scinato questa incapacità di migliora1'0 gli effetti ultorio1i o collntorali di ogni sua nzione. Ma si 1>uò p1'(lruJoroanello un esempio pila rccontc o imme– diato: la c1·isi del C.'lpitalo. L'età aurea del capitale - chi 1100 lo ,,0001 - è ll.'1$Sala.Addio le orgio a11cgrc dei milioni, le febbri felici del clo1m1'0. lo rapido o grandioso ric– chezze, tutt.1.quella resta ~ quelrorgi.1 di gente ar– ri\fal.'\ ,•cloccmonte allo sommit:\ della fortuna, i cui gridi trionfali risonarono nella granclo epopea borgheso del 8al1,ac! I 101'0ngli sudano s..111gue oggi non pili poi· p1-osr,c1o;u'O, ma 1>01· non docado1-c. Lo B <.o:wso fu1'0110 i.Juo80))1":llutto:l'aumento della popo– lazione che rirn•ili lo mercedi. aumentò la miseria, diminuì rclath·amonle il consumo; dall"allr'Olato la SO\frabbondarn... 'l di produzionl'. a cui tanH fu1'0no lrnscinali dall'in"idia dei lauti guadagni che i 11rimi produttori r.1co"a110o dalla fren ia di rimediare con la quantità della produzione al docrosoouto pro– fitto, al rin\fillo dei 1n-c1.1.idella mer'CC prodotto dalla concor1'0n1 .. 1. Oi <1ui1·ammucchia1~i delle merci im·endute nei magar.zini, questo imp..1ludamento del la\'01'0, che f.1di tutta la cil'ilt!\ moderna una ma– remma malsmrn. Si dir;\ che siccome su ognuno ricado la rcspon– s.1bilità doi pl'Opri cr1'0ri, lo st1·ettozzo dell"oggi sono la pena dclrer1'01'0 di ieri 1 Ma il malo è che la pena si ripercuoto anche su chi uclla cri.si non ha uò colpa nò peccato. Cho colpa hanno noll!L cl'isi ntlualo i disoccuJJati di Vienna, ,li nc1·1ino, di ~li– lano? Che col1>.1 tulla quella gonlo(p1•orcssionisli,ccc.) che no soffi-o J)er 1·iporcussiono1 Po1'Chò nella so– cie!:\, appunto ))Cl'chò la società ò un organismo. es.Lite, ma in Jll'Opo1-zionipiù vaste, quel rcnomeno degli effetti collntemli o degli impul-ii ulteriori, che lo Spcncor ha nol'lto nell"aziono dello St.'lto. Il malo ratto da un uomo è risentilo da tutti. nncho nei punti più lonhmi. Il capriccio o l'igna,·ia del gran signore 1'0mano. che lascia incolti i suoi tc1·1'Coi. aumenta il pr'C:1.1.0 dei \'Ì\fc1·i. I.a tr:.\SCm-an1 . . di uu grande p1'0p1•ietario di c.'\80, cho non ripulisco una C.'\S..1 do,•o egli non abita, può fn1-c scoppiai-e una epidemia in un quartiere, non ostante la cura deg1i altri pr'OIU'iolarì a di.sinrotU\1'0 i ))l'OJ)ri stabili. In una -wcieL\ tutti siamo pili o meno i sou/fì•e– cloulem· degli cr1'0ri altrui, come gli albi lo sono dei nostri. So - come as.sori~ S11(mco1· - la lob,ge del 1833 con cui si "otar'Ono20.000 sterline :mnuo 1>01· contribuire alla costruzione dello scuoio ha con– dotto n un cumulo di cont1·ibuzioni ro1·zatoche ascen– dono a sci milioni di sterline, chi può dire quanto costi di donn,·o o dolo1·i la crisi attualo dol capi– t.'llo1 E il malo non ò auco,·a \'Onuto 1\ suppura– zione. Acceltt11'(lsenz'altro la tool"ia dello Sr,cncor (come del resto accoll'lr"Oquella del t,<wia. che alla co– scic.nza umana, nella ernluziono economica. assegna la parto della Cenerentola) signinchercbbo ricono– sce1'0 inutile tulto il grande la,•01'0 compiuto in (iucsto secolo per 1·ih'O,'aro lo leggi ,•itali della so– ciot.\. S1>0.ncorpili che gli altri ba insistito im quesfa idea, che le società sono sottoposte a le~, ginatura.li come gli organismi, leggi la cui \'iolaJ.iono ò scon– tata dallo sonercn1.0 di tutto il g1·uJJJ>0: om, <1uando noi s.11-cmoin posso.,~ di ,,nesto leygi. come os– scr,·a,·lo se non J>Ot· me,.1.0 dell'autorit;\ o anche della coo.ziono dello l'ltot Oli indh•idui non lo fa– ranno mai di ner .sò. 1~ im1>0!- ..ibilo in..till:11'0 nel cc1·, 1 ello di lutti i citladini di uno Staio una no– zione chiara. procis.. 1. di rapporti eo~i com1>licali, di leggi <.~I multilaterali: o pili im~ibilo ò an– cora imp1'0ntar ,,uolla idea nei 001•,elli eon t.1nta "i"oz1.a, che di"cnga 1'Cgolatricodella condotta. Vo-

RkJQdWJsaXNoZXIy