Critica Sociale - Anno I - n. 17 - 30 novembre 1891

CRITICA SOCIALE 261 sellino della brevità della vii,, e del valore del tempo. Voi darete un'altra volta lo spettacolo dei cento, dei mila, che si affimnano a dir di no, mcnt1·0 c·è uno solo che s'industria a far di sì e li volge in fuga. tutti <1uanli. Ma allorquando voi sarete organizzati in partito indipendente; allorquando conterete come classe, non solo nei certami dell'industria, ma cziandio nelle anmc elettorali e lcgislaiiYo; quando insomma. sarcto veramente o in ogni senso una (m·::;a; al– lora il ,·ostro voglio cli,·crr;l qualcosa. pili di una vana jaUanza. allora. sulla bilancia dei vostri poli– lici destini J)()1•1•eto <pialcosa pili di un lieve scarta– faccio di sc1·moni e di ordini del giorno: vi porrete la spnda di Brenno; darete, occorrendo, un buon pugno sul piatto dei vostri interessi. r-'a bilancia lraboechcr,\. Fate l'oss.."l,fato i muscoli o i ner·ri nello vostre baltaglio: allol"a varlerele, o non cim·Le1·ele, di pace. li Congresso di Bruxelles, alla cui autorità avete l',.ll'ia di domandai•e un passa1>0l'lo, inteso la (IUO– stiono della guerra propriamente così. .Essoaffermò che il problema della pace ò un problema di classe. che le velleitA umanitarie per sè solo sono condan– nate all'impotenza. che l'antidoto alla guerm ò 1'01'– ganizzazione socialista, cht3 il partito socialista è il solo parlito della pace. Quando gli operai tedeschi nel 1870-71 stesero la mano agli operai francesi 1wOtcstando conti·o la conquista, essi non ,we,·ano bisogno che cli essere un partito un po' pili numc- 1'0so, un po· più potente, per vcde1·e lo due l>01•– ghesie 1·infcxlorare le spade. Che so oggi il levarle del fodero ò diventato un po· pili clittlcilc a lutti i governi, ò appunto porchè sono cresciuti e cli numero o <li potenza quei partiti che potrebbero, e vi sono ben decisi, lcvarglierle d;\I pugno. La forza regge il mondo, non 1a sola forza materiale per fermo; ma l'idea, senza la fo1·za,non riesce a 01·ganizzarsi a dirilto. E il nemico interiore fa cercare le amicizie di fuori. Finché non vi porrete ben di fronte ai YOSfriop· pressori, rìnché e i potranno conta,~e su di voi e ,·oi dovrete cc<lerc a 101'0, finché potranno tenervi legali mani o piedi al loro cocchio trionfale: non sperate che depongano lo armi. Vi faranno C$Si stessi dei discorsi, vi Jascemn fare dei Cong1-essi a perfetta imagino o somiglianza dei loro: ben sanno quel che so ne cava. Ma le a1·mi le terranno ben salde finchò non gliele avrete st1--appate. I primi che lo proclamarono non ebbel'O piena contczi'.a. di (tuanto fosso pr-ofondameute vel'O e suscclti,·o cli nuove e diverse applicazio11i l'antico cd oggi proverbiale aforisma: « Se volete veramente la pace, preparale la guerra! » No1. Coll'aòbonamenlo cwn.ulalivo, per sole 17lire, ossia per meno del cosro 01·dinario di tm gioi·nale quotidiano per un anno, potete avere ùuie,ne da. oggi a. tutlo il 1892, la Critica Sociale e la quotidiana Italiadel Popolo di Dario Papa. LADECADENZA DI UNUOMO ILLUSTRE (Strnsdco dell'Ode e LA GUERRA,. dl G. aarducci) Della questione suscita.la.si intorno alla. nuova odo carducciana si occupa in altra parto del periodico il nostro collaboraloro avv. Ca.rio Pr>cvitali.Alle cose che egli dice, ai suoi ragionamenti massai circa. la possibi• lità. e convenienza. della. pa.ce fra i po1>oli,molte altre induzioni e riflessioni si potrebbero aggiungere, suggo• rito dalla fa.tale evoluzione del fattore economico che fu sempre, a.nelle sollo mentite s1l0glio, il vero e pro– fondo suscitatore e modera.toro dolio guerre. Carducci, colla faccia gira.la indietro, come corti condannali del– l'Inferno dantesco, e facendo, come quelli,« ritroso calle», da <1ueldotto filologo o insieme da quel classico im1>e• nitente ch'egli è e che fu sempre anche <1uandosi gridò repubblicano e pai·ve moderno, non potò o non volle vedere ciò che vedo la. sociologia contemporanea, ciò cho dà. risposta adeguata. allo scettico o sconforta.lo « Quando?> onclo si termina. l'ode. Per essere leali e sinceri co1wien soggiungere che l'ode, in sò stessa, non avrebbe mel'ilalo, nè in senso buono nè in senso ca.ltiVo, il chiacchierio che so 1fò fallo, lo passioni o lo ire cho Jrn. mosso. Essa ò un'oc– chiata roll·ospottiva, una r,~pida,ma inconcludente, corsa nei regni dell'umanità. 1>assata, cho non leva e non pre– tende levare alcuno dei voli dietro i quali lo studioso modemo intravvede l'avvenire. Uno squarcio di poesia nel qua.lo la mitologia biblica si mescola strana.mento alla storia a fini meramente estetici, senza. pretensioni o intendimenti scientifici o ci,•ili; o so esso a.vessofatto parte di una dello tante collane, o rosa1·ì 1 di poesie con le quali i fabbrica.tori di versi ammazzano il loro tempo e a.Uontano a quello do! prossimo sfaccendato, nessuno ci avrebbe trovato da ridire. In verità. sarebbe un po' 1rnerilo prolende1·0 che, mentre il poeta ha concepito cosi il suo soggetlo, egli dovesse dedicare una sll'ofo allo conferenze dei nostri valorosi amici Teodoro Moneta o capitano Siccardi, o un paio di versi alle lettere del Bongllio al Congresso intcnmrlamentare, tanlo per non scontentare nessuno. Ciò che ha. eccitato ed irritato le susccltività dei no– stri bellicosi cd irruenti « 1>a.cifici », compreso il genia– lissimo Umano, non fu, non poteva essere l'ode in sò medesima.. Fu piuttosto quella ostentazione di preporle, così malo a proposito, un periodo isolato, sbrancato, di Carlo Calta.nco, il più moderno, benchò morto, il più a.,•venirista anche, perchè aveva la.vista più lunga degli altri, dei nostri democratici, antitesi vera del Carducci noi tempora.mento intcllottuale o morale; l'uomo che ebbe fede nel prossimo avvento degli Stati Uniti d'Eu• ropa, e in molte altre cose, che alla folla dogli odierni radica.lissimi sembrano utopie, orosio, sacrilegi e spro– positi, quando lo conoscono di nomo; fu rostcnt...'\zione, diciamo, di porsi all'ombra di quel nomo illustro demo– cratico, di pubblicare quell'epigrafe isolata., quell'odo isolata, proprio nel momento che a Nizza cd a. Roma.si levavano i voti o gli auguri della fratellanza, gettandole quasi a sfida o come per diro: « badate bene ch'io non son da confondere con cotesta piccola gente>. Tanto 1>iù che questa mania. di distinguersi, di isolarsi, non ora, 1>elCarducci, un ca.so isolato; cd è anch'essa, non ò chi noi vegga., una foggia di volgarit..\. ' Ma, passando a cose anche minori, ecco qui che cosa il sena.toro Giosuè Carducci rispondo a.Isignor Giusep1>0 Nardi, di Ravenna., il quale, coll'abituale suo pseudo-

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