Critica Sociale - Anno I - n. 17 - 30 novembre 1891

200 CRI'l'ICA SOCIALE rata; o ha tlssato un cantuccio dell'ambiente a dispetto del rotograro. li quale lL,·ova ft-etta, J>Ct'Ciò non ha po– tuto ritoccal'o. So no :Lvrcbbc certo cancellato quel puntH ... cho era troppo folico. J.,.1. fretta: ò ben questo il gran difetto o il gran pregio dei giornali. Allo volto, J>Crquel buco, scappa dentro la sinccrit.'l. Aiuto! aiuto! Accorrete, amici, a tappare la fa.Ila! FILIPPO TURATI. Non si tmtta cli volontà ma di forzi\ (a pNlpolllo del ContrHIO nulou.le operalo par Il pace). Cho cosa sia uscito, o piuttosto non sia uscito, dai due Cong1'Cssi pct· la paco gi:\ tenuti in Roma in queste ultime settimane - quello iutorparlamcn– tare o <1ucllo delle Società per la 1~1ce- i nostri lettori lo sanno dai g'ÌOt·uali c1uotidiani, ai quali noi non intendiamo fai-econco1·rcnza. Ma occo che le :-iocich\ affratellato (mazziniano) convocarono in Roma poi 2!J co1Tcnto un nuo,·o Cong1'CSSO, il quale vo1·1·ebbc essei-o il complemento o un po· anche il confrallarc degli alti-i due. li manifesto dico, fm l'altro, coi-i: Inaugurandosi la.conferonza interparlamcntaro per la paco e l'arbitrato, si affermò che il trionfo del nobile apostolato sariLconseguito allorchè e sso scenderà dal- 1·a1tczza dello intclligcnzo pl 'ivilegia.to per farsi coscienza. di popolo: noi crediamo invece che codesta coscienza. sia fo1·mata. 1 ma. cho abbia bisogno di organizz<\l'Si per farsi volontà o diritto, sl da costringere i poteri pub– blici ad uniformar,·isi: per questa. ragione - dopo la conferenza. dei rappresentanti i di\'Crsi Parlamenti cu• ropei o dopo il Congresso dei clclegati delle SOciotiL della paco, dove la discussione, per quanto feconda, era in parto paralizzata dai convenzionalismi tradizio– nali, dallo esigenze politiche o dagli interessi a cui sono legati la maggior parte dei loro membri - è 1>iù. che mai necessario cho il popolo si affermi. Vi im]itiamo quindi a Congre&&O J>el' discutere il 1J1·oblema della J)acc e farbill·ato dal pu1Uo di vi8ta militm·e, politico, cdu– catiw cd l'COnomico, colla cortezza cho le nostro discus– sioni o risoluzioni ,,a,1·anno ad organi;:a,•c in airJO– mcnto l'afferma;io11c ili <1ucllavolontà popola,·e, il <, '1.ti g1·ùJ.o pa1·ti qualche me.re fa a11chodal Congre&so ope– i·aio di JJn,xclles, o che dc,•o ripercuotersi O\'tmquo, 1>crcl1ò la paco fra i popoli possa. divento.re normn. si– cur~~della sociotit. E un nostro amico ci chiedo: - pc1-chè 11011 \'i occupato uu po· più di proposito di <1uosle bello o gcne1·ose iniziative? li porchò i nosh·i lelto1·i lo postono indovin1.11-o fra le righe anche del nostro al'licolo « Serfelti. ùuwctut •· A dir , 1 e1'0, non siamo cosi assoluti da escluclcr'O che un Congresso 01>0mio, corno quello annunciato, possa recare qualche utilità. Fra una società opm-aia cho muove in p1-occssiono a fare una bicchierata nel suburbio e una sociefa operaia che va o manda al Congresso por la pace, p1'Cfo– riamo qucsfult-ima. n molo, il fam qualche cosa, sia pu1'C nel campo doll'idcale astratto, , 1 alo semp1-o pili dell'apatia o della quiete supina. E non ò dotto che anche al Cong1'CSSOdelle Società affratellalo qualche utile discussione non si faccia, qualche aspm \·01·it..\non vcuga fuori; lutto coso cho si l'i– solvono in esercizio del pensiero e in educazione del sentimento. Ma so noi non ci infiammiamo d'entusiasmo per ('Otcste cse1·cHazioni, e so non a1niamo eho il 110- stro giornale clh·enti il monitoro ufllciale di cotesti movimenti, ò pe1·chò siamo pr-ofondn.mcnte convinti - con\'inziono malU1-:.l, nglia di cspel'ien1.a e di 1·i– flc· iono - che le società 01>01-aic, por om, abbiano daYanti a sò qualche c6mpito a.ss.1ipili ncc~ario cd m-gcnlo. Finché si tmtta di « discutcr'O » i \'nntaggi mili– t,.ll'i, politici, economici, ccc., della paco o dell°:tl'bi– trato, gli operai 11011 poh':.lnno aggiungei-o ,·e,·bo a quello cho dolta.menlo hanno gi:'t dotto, sc1·itto. p1'0- 1licato in p1'0posito, i pr-ofcsso1·i 1 i deputali, gli a,·. vocali, gli umanitarì della borghesia. La 101·0 non poil'..\ cho csscro uua ti-acluziouo - o frm'ie una in– felice fraduzione - elci capitoli di un libro che O giit alla :ma centesima edizione. Che la gue1·1-a,che il milila1 ·is.mo , che lo sciovi• ntsmo, siano creazioni ccl inte1'CS-$Ì bo1·ghcsi, ò cosa gi.\ dotta ·o 1·isaputa. Agli ope1·ai l'hanno insegnata gii1 da un pezzo i bo1-ghcsi modc~imi. Non ,•ò n('s– suno, oggi, che metta in dubbio che. ~e la so1·to ,lei popoli, invece che csso1-o in mano dei 1wincipi, dei diplomatici, dei b:rnchie1i dei politicanti, o in genero degli ozio!l;i o vagabondi d'ogni g1-adoo s.pecic, lò!:-scin mano ciel prolot..wiato CO!-ciento e militante, In gue1·1,, diron-ebbc ipso facto impossi– bile o il dis.wmo la pii, p1-ont., o la pil'1 facile coo.i ,101 mondo. ì\'eppu1-e le questioni pili initanti, la questiono cl'o1·icntc,quella clcll'Al..;:1zia-Lo1-c11:1, l"i '– rcdcnti~1T10 italiano, ccc., ccc., co11se1·,,c1'0bbc1-o al• cuna pol<'n1.,a cli minacciase1·ia. L'oJlC1·aio non scnle pili quelle questioni, perchò il suo bi.::.0gno e il suo ideale di emancipazione si sono di moltoalla1·gati o i confini nazionali, lo batTicrc cli razza e di lingua, ncll'ailaute geogr<lfico opor~lio, i-:0110 dh-entati pun– teggiature impe1-x:eUibili. ~on :-i ti·atta dunque, secondo noi, cli « 01·o(uii:.• :,are le afli._•1·,aa:.io,ii<lella votoatit popolare». Si !ratta pili p1-osaicamento, ma piì1 p1·aticamonto, di « 01·!Jani.:.;;a1·t· le /ò1·;.e , ... Fin1..:hè roi Yi indugo1-éte a 1·iail81·ma1·e pel' la millesima ,•olla che a ti1':.u-si le l'ucilate si ar1·ischia la pelle; elle spc11de1-o miliardi negli armamcuii ò clon:u-o buttato; che l'csc1'Cito e, o~souzialmonic', la difesa del pl'i\'ilcgio economico cont1-o i l'il>elli in– terio1·i; cho il sac1·ificiodella coscl'izione e l'educa– zione della c:lSe1·ma sono coso immoi.lli; che i 1» poli clm·ono esscl'c liberi dei lol'O destini; che alla difesa dolio aggrcga,'.io11i naturali o degli intc1·essi reali delle masso b:tsla il valo1-o nativo dogli into– rc~ati. educati cd isil'niii da uomini o non sfn1t 4 fati come b1·uti; sinl'ht\ ,·oi i:iJ>Cndercto il vosfro fiato a l'ipole1-o questi cd alti-i assiomi somigli~ulli, e il vo~t1'0 inC'hiost1-oe i vostri fl'ancobolli a fal'li ri– stamJ~H'O, voi mosh'Orote cli faro un conto ben mc-

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