Compagni! - anno I - n. 13 - 1 agosto 1919

b UOJJ,JP.AGNI/ Alla· Russia l bera e liberatrice Romain Rollanrl, il prinw letterato di Francia, vanto dell'arte i.niversale e dell'umana giusti:::ia, fatto sacro al cospetto dei populi da./l'attegg-iamento d'intellett·nale eroi– smÒ, d'angosciosn ribellione, d'alnta protesta contro -il de– litto della guerra, 001~ queste pa·role saliitava il grande vopolo russo nella gloriosa primavera del 19:J,7.. Ricor– dinmole. Sono varale immortali per la nostra storia. FrateUi. di Russia, che avete compiuto la vostra grande Rivoluzione: noi non dobbiamo soltanto fe. licitarvi; dobbiamo ringraziarvi, Non per voi soli voi avete faticato, conquistand,o la vostra libertà, ma per noi tutti, vostri: fratelli del vecchio Occi– dente. Il' prog.resso umano si compie attraverso una evo– htzi,one ,dei secoli, che si logora presto, si fiacca ad ogni· istante, si, rallenta, inciampa negli ostacoli,. o s'addormenta. sulla strada come una mula infin-. garda, Occòrròno, per risvegliarla, di tempo in tem– po, i sussulti d'energia, i vig_orosi slanci delle rivo– luzioni, che sforzano la volontà, che tèndono tutti i muscoli e fanno superare l'ostacolo. La nostra R.ivo– luzione • del 1789 fu uno di questi risvegli .di energia eroica, che strappano ·l'umanità dalla vecchia strada dove essa s'è impantanata e la lanciano in avanti. Ma, compiuto lo sforzo e rimesso in moto il carro, tµma~ità tende be11~presto ad 8:renarsi , di nuovo. E'· già molto tempo che la Ri•voluzione francese ha dato in çuropà tutti i suoi frutti! E viene un mo– mento in cui quelle cl:Jefurono delle idee feconde, delle forze di vita nuova, non sono più che degH idoli del passato, delle forze che tiranò indietro, de, gli ostacoli· nuovi. Lo si è visto in questa guerral mondiale, nella quale i giacobini d'Occidente si sono spei;so mostrati i peggfori nemici della libertà. Ai tempi nuo-vi, diamo nuove strade e nuove spe, • ranze ! l'ratelli nostri di Russia, la vostra Rivolu• zionc è venuta a r'isvegliare la nÌ>sfra Europa asso, pita nell'orgoglioso ricordo delle iu_e . rivoluzioni di altri tempi. Marciàt{) all'avanguardia! Noi vi segui, remo. Ogni popolo guida per turno l'umanità. Voi, le cui giovani forze sono state conservate durante dei secoi,,t .. d'imposta inazione, iriprendete la scure dove noi i'abb-iamo lasciata cadere, e, ne'lla foresta vergine delle ingiustizie e delle menzogne sociali dove erra l'umanità, create delle radure e dei cam, mini soleggia ti! La nostra Rivoluziòne fu l'opera di grandi bor– gh_esi di cui la ra 1 zza è spenta. Essi avevano i loro grandi vizi e le loro grandi virtù, La civiltà attuale· ,ion ha ereditato • che dei vi-zi : il 'fanatismo intellet– tuale e la cupidigia,. Che la 1 vostra Rivoluzione, sia queHa d'un grande popolo, sano, fraterno,. umano, evitante gli eccessi nei quali noi siamo caduti. Sopratutto, siate uniti! Che· il nostro esempio vi serva! Ricordatevi della Convenzione francese, divo, rante i suoi figli come Saturno. Siate più tolleranti di quello che noi non fummo. Tutte le vostre forze non sono di troppo per difendere la ffanta causa, di cui voi siete i rappresentanti, contro i nemici acca, niti e sornioni, che forse fa questo momento vi fan,· no le f11~à come i • atti, ma che, nella selva, aspet, tecaginobianco tano il momento in cui dovrete precipitare, se mai vi troverete isolati. Infine ricordatevi, fratelli di Russia, che woi combaitete e per voi e per noi. I nostri padri del 1792 volle,ro portare la libertà al mondo. Essi non ci riuscirono: e può darsi che · essi non fossero da tanto. M.a la . volontà fu grande. Che tale sia anche .la vostra! Date . ali' Europa Ja pace e la libertà! RO,MAIN ROLLANO, La pace -inivosta cozia viofonza tntti i regimi, ool ca• rab-iniere, possono darla, .La ;pace di Ubertà, la pace dì giust-izia, è la pace promessa dalla Repubblica. n sua giorno non è ancora ven·uto. Quando verrà? (GIORGIO CLEMENCEAU,,. nel 19,00). Il Dln:to, i Vincitori ··a la 6iustizià Una giovane poeki-ssa di gentilissimi. sensi - la si• gnorina Lanza.i·ini - di eui faremo noto fra breve il meglio della produzione, spietatamente ìnutilàto dalla censura durante· la guierrn, (;'invia questo poemet0, con– cepito nd gusti e nelle forme dei Petits voèrncs, cari al poeta anarchico Taillìade. Oomvagnf! l'ospita volontieri, lieto della crescente coUaborazione di lettori e lettrici. Erano tanti contro me solo. H(mno inchfoclato la j)orta di casn mia, ooine se vi fos- • sero deaU avvesta{i o ·dei .lebbrosi. (V'ct·aiio la mia donna c ·i miei piccoli, .e si moriva, di fq,mel). Per q1iesto, io Teo ceduto . . E verchè lio cecluto m'hanno preso, m'hanno spogliato e •si son di-i;isi le mie iocsti - e me1;cantegginvanol Om ver essi come schicivo .devo lavorare, ç ho firmato la m-ia condanna, e sono curvo sotto il giogo, e più, sotto i/. veso dCll'ontci. - Giustizia ohe se.i DtQ, pcrchè rn,ai io ho subito tuttG • questo· e pur non rni sento vinto? Donde rni viene quest'orgoglio pi1i, forte d'ogni· scon– fitta, questri fede clie mi sorregge e rni g·uida? *** Era forte, e l'abb.iamo àebeilato. Era Ube·ro, e l'abbiaino~.legato ... Era s·1i1ierbo, a l'(ibbiamo annientaf,o. Ha avuto im folle gr,i,elo di sjidci, e gli.el 'ri.bbiamo ricao èi,a to nella s trozza. lfo avuto nn, f olle g esto di do,rìiiniA e l ;abbia.nw . costretto nella potvcrn. Quand o mai fii. vittoria ,Più ampia? Egl.i O'i lt(i dato tutto, la s1ia tèrra, i suoi beni, il s:uo lavoro. .. . _ Giustizia che· sei Di.o, verc71è mai noi abbiain fatto ·tutto (/llesto, e vu.r n on ci &-ent.iamo vi.noi.tori? . Donclc 1te i·{eue ques.to V(l'/Jo timore, quest'-incoi~fessato sc·iisu cli sgo1 ne,nto, o he oi spegne su le labbra ogni gri,do d'es1ittam,a? ,Si.o/,etntti, fuori. deITrt miri leogc. ,srctc t·utt~ ma,i ,sempre neU'oclio, e la ·mia legge l; l'amore. Ju non •riconosco 11è vindtori nè vinli: io corco i fratelli! M ie•verò (iito il mio rtridq, e al to-U m io mònUo, 11er la. voce del p-ovolo ch'è Vistessa ini.ci voce, del vovolo olw parchi; s'MJrett-i l'istante .-in cui - faccia a faccia l'im niurn - o i:inti; e vi11ci.tori d'un giorno, siate tiitti egnali. • ' ,,. ;,, è z-;~tcssa Giusthia, del popolo ch·è la mia Essenza istcssa. A. LANZARINI. La fine della repubblica comtrnista·ungherese non è la fine <li un'idea, ma di un fatto. Schiacciata dai sicari <lell'Iutesa, "ce<lc,,. <Ma"so1)nnviYe,,. E, tornerà libera e forte. Perchè la fede è una fiamnrn;elle non ,; divid"'col taP"liO della snad:.,

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