Compagni! - anno I - n. 13 - 1 agosto 1919

COMPAGNI! I tazione psJcoJo"'ica. Contr:;1,1}poniamoquindi, non solo ;n potenza, ma a~che di fatto, l'OTfa!ll.Ì~Zione l?rol~tarrn a:Il'oi·g-.anizzazione borghese. El_ po1chè v1 fu chi_pro?ose . -'- proposta che io l)ienamente :appToV?- Ia c,osJ1tuz10ne sovietistlcu del prolet~r½tto, sin _d'ora, ~n a_tt~sa~-1P?ter:ne . lic.arè il potere [)01itico mediante la d1ttaturn, 1! che esp • · I n . 1 ~r·edi"saporre il sistema nervo'SO della nuov•a so- eqmw1 e a , ' ' . . • • • , " d" .. t· noi proponCt11dol'organrnzaz1onc fisica, ne pie 1_- c1e .a'! . ·'1·1s·istema muscolare pei: quella qualunque spo-mamo • ' • ,. · • -1 • J f .. d"·•i;zioùc che notrebbe domam esigere e ai pro e- 01 ma <. " • d" "fi • tari risoJutezzia, vigoria e_s ~iru.to 1 s~cn ~10. . .. Kon si tmtta dunque d1 n nnova r,e _labusato s1stem1;1 (~1 federnzioncelle ginnastiche sul tipo p~cc?lo bor,ghese, ~~:– t.rnti gli oratori cattolici, ma di ~ostitmre un ruovo _1s,1- tuto con irntenzioni fattive essenzmlmente nuovè e d1 or- dine eleYato. • . . Discendendo nel càmpo della pratica, gmsto 11program- ma da noi r>roposto, vorremmo che questo istitut) sorg~sse sotl.o gli auspici della Confede1:azione de~ !Jav_<>r? umca– mentc ,Ì)cr i proletini orgauizz;a t1 (o per gl1 1scrnt: a~ Paì:– tito che souo gli elementi P'.·olekwi:~z~ti ~e~la, s{)(;1etab?r– ghese) senz;a per altro ab1lltare_ g!1 1~cnttI, ve\ s:mpl1ce fatto di a1p-pa1•tenerealla nuova 1,stituz10ne, ad_ e:!rnre nel Partito, ma imfH·oiJ,tando sempre la sua attività a uno spirito cl,:i,s,;:ista. , . . Si dovrebbero impartire a,l proletanato du€ msegna- menti: 1 · a.) prntico, con gli esercizi fisici, ispirati ~ le teorie suaccennate, individuali e collettivi; . b) teorico, penetrando la ma,ssa dèll1;1conce:1one edu– cati\·a I)'sico-fisica, elevando i'l tenore fisico, e quello mo– rale dii riflef:'so, della collettivHà. Da ultimo, yerrèbbe così introdotta nella massa prole– taria una ,sàlutare dì·sciplina che contri:buirebbt alla sua yaloriz:rnzione dinamica ed estetica. ·Bi·sogn:a produrre uomini forti e risoluti, bene inqua: dt,ati ,per un'm,;ione gagliacrda (il che non è da trascurarsi quando pe11siamo alla necessi~1t in_cui s~ t1;ovar(no i co~– paff□ i cli Russia e d'Unghena d1 costituire ui esercrto ro:so. che -potrebbe veri1ìca,rsi domani ·per un nmvo pa,ese in regime bolscedco). ì\Ia;to ri-petlamo, il fine è ;opratutto educ-ati\",o. · • I mez7,ipotrebbero essere fo,•niti dall'organizzmione eco– nomica dal Partito e dai Oomuni sodali:sti; 1'1ttuazione pratica' f:larà opportu:namente st~cliata_. . . • P1:1· qu:::mto riguarda "l'attuazione. 1mmed1ata, 10 ;posso dire <li poter pet·sonaJmentc contare sul contrib1to di al 0 cu'1i • fra i miglio1i uomini dell'educazione fisica e dello ~pnrt. che dividono pienamente le nostre idee, e che sono, es~i 1llli'C, proh:,tarì. . Ora spetta ai comp.ngni d'Italia l',aacog!iere qrnsta 'l}ro– po:sUt die • sarit fra breve, nella MiJ.ano :l}rolettria, tra– dotta in a7.ionc. LETTEIUO LUZINI. -■ -·•=•=• Ili - •' • Nel nusl ro 1:aloro80 cu11fralclld, l'Ordine Nuow, r1ià d,a di.-i;erse. vuntate Zino Zini Jìgura1;c1,delle 1·cswr:eziont • <l-i eroi, suscitai i. da/la tomba per discorrere gitstosonente di sè; prçtcsto :fl1gcg11oso n filigrrme .di pens-ieri a)utissirni. Ulli111a111cntclo Zini jìngci;ri di risuscitare -inserne d·ne C!/.1111iio11i di d11c irredentismi rlh:érsi: BatUst-i, :mpiècato rla/l'A.11stria per aver .di feso l"italia,nitrì, d·i ~riesta, e Jlogcr Case111ent, im 1iirc11 lo dall' Inghi.lterrci per aver pro– pu?J11;'10 l' Ir/a.nda. n11li irlandes·/,, Ed ecco l' unani!ie parola dei d1w martiri: . « .... Qnasi ,;ubito. comparYe un,t strana cop1ia cli ca– cl.ayeri. elle ~i teue\·aut> l)"'r mano. Tutt'•2 due m,stravauo sul collo il .solco livido dell'impiccagione recene. I gesti elle faceY:t l'nuo, ll rl1J<'tevn l':tltro; le pa!'ole :he l'uno dicen1, anehe r,11tro le ripeteva. • « Siuml) un po' come i fi·a teUi Siamesi dela foréa. Fol'f.e yoi 11011 ci conoscete. Ebbene. in questo '.:aRo per– mettete cì1e ci presentiamo da noi: io ·0110 l'iriedentistu :rlanclese Casement. e questi ~! l'irr,!rkntista iial2no Dat– ti~tL La nostr~ storia è as,:oh1tamrnte 'irleD_th:a; ~a guai·- b'ì tiotec-ginobianco date· u1? 'Il-?' com'è sti:ano H !:\ostro destino. Quelli che I:anno 1mp1ccato me, dicono c1l'10 sono u.n frn:fante e h ~ue~to mi.o ~ompagnò è un eroe; quell.i invece ch'hai:/ ~m.p1ocatolu1, proclamano che l'erpe sono io e che 1 • ~ 1I furfunte. Ed ora vedete se vi riesce di capii:ne qA- Ull h u. ·1 " beli • ua e e cosa . ..,, 1 p1u . . o. e che tanto lui quanto io a'bbirun fatto fa stessa ;1deut1c_acosa; pel' cui, a rigor di logicao, o tutt1 e due furfanti, o tutti e due eroi. A meno c11' n?n si vogl~a fore yn.~.,s oEtq~J -d,i~tinzionetra una cravatt! eh eanape inglese ed· un a.na, Jogo collare- austriaco della s~essa materia, mi pare diffi cile risolvere la questione. Non- resterebbe a-ltro cbe concluflère: delitto, martirio parole a dopl)io uso, verità al cli quà, erroi·e al di là dei P_iren~i. ~ome diceva .Pa_scal, pochi gradi di longitudine 0 dr lahtudrne, bast3uo a mvertire il giudizio degli uomini!! ~9PEW~ - ; . • - ' - -DRTICOL'l'":&Eft. F'ra. gli a.rtiooU censurati, con la solita cecità bestiale e il sol-ilo set_tnr:ismo ·miserabile, aU'Avan,tt! dura1ite l11, u1ierra, era, anche questa delieata, fragrante pagina dl Pier.re Brizon, l'i'lidornìto éornvag11;(J francese. Si giudioM con quanta 1·ngione la Oçns1ira c'imponesse il suo cape. stro, daila so1·te fatta snbìre a q·1testo cnvitolo puramente e rnitemeute « sentimentale >l, la cui maggiore curiosità consiste <l1}1)1tllto ·in ciò: <li rn9strare qitanta dolcezza sia rivosta nell'a.n{mo del suo autore, il quale, avendo svesso, ooi gesti i-ibell-i e ié boutàcles-vulaaniche, di ima sve(}i.aUtà, messo a soqq'l/a,dro ,it Parlarnènto francese e l'intera Fran– cia con esso, pote-i:a es,;c1regiwclicato dai malevoli e dai, suverfì,ciali 1m fazioso duro, sfrenato e turbolento. Si nfiti U'IIChe ln concisa; singolare. grnzia ~etteraria della too– cante crea.rione cli B-rizon. Parolen,ella Montagna Al mio·amico Ado!fHoffmann A Kienthal, UnR sem di Aprile, "\,f1:t~\ ✓ Scritto il manifesto <tAi popoli)), lo abbaildono- ai tra- duttori e :melo a passeggiare per la mont;tgna. . Sulle cime rotonde dell'Oberland bernesc le nev_i <,lé°l'L\'! scintillano sott.o i raggi obliqui del sole che tramonta. Al bianco del1e ,·ette contrastano l'azzurro del cielo ed il Verde delle .pratetie contornanti il viccolo villaggio. Le buone mucche pascolano ti:anquillamente l'erba &,porosa. Gli uomini sono ai cnmpi. Producono, anzichè distrug– gere, Fecondano, .anzichè uccidere. Felice Svizzera! Le mai·gherite, le violette, i fiori di montagna offrono la ]oro grazia ed il loro J)rofumo• sottne. • Il ·rumore del torrente• riempie la vallata. Salgo verso gli a'beti che si aggrappano alle rupi. Perduto in mezzo a questa natura splendida. inebbriato di essa·, penso alle parole così vere di Marcelle CUP?, la scrittl'ice di razza, di cui la guerra ha rivélato il mag'nifico ingegno: , «La• vìta ci sembra migliore, oggi, che la sl mutila con Ja piì1 stupidfl incoscienza ll. In riliern. su1 bel paesaggio mi appare una volta di più il mostruoso cretinismo delle guerre. « Voi aveYate la bellezza clelle. donne, il profumo dei Ilo ·i, il snpore dei frutti. FazzmTo c1e1 cielo, la fresch~zia delle acque, l'ombra dei boschi, la <:a11r.onedel vento· YOi:i.1·eyate la luce del sole ... e Yi uccidete». ' Allo srnlto di un sentiero. scorgo Hoffrnaun. Ailch'eidì ammir:::, ::mclt'eg·li rna:t. ,111c1t·eglicleplora... •• Della testt1 ! Com0 a :tir,1 ia simpati,1. C<lll queìla ~u:1 ,uht ùi ùolce;:za. tli lJontù. <li "filit: illklligenz,1: Gli ·otdll sdnti lla no_ cli spi rito. <lii':r" ln .lc>11t·e. Il .['iz:~-.> t,1 t t•) hi, 1 nr·n i ~ap(•lli tniti hi:'1l_J~1ìl,~Y:111r11·n--:i: io :-:i {i~:·0l1l.:_: I-It•l~t; r:ochef.ort. Bella :e,t:-, e l\r,1°: 1) uorno, L~''''"· si 11 ccr~ \

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