Compagni! - anno I - n. 11 - 1 luglio 1919

COiJ1PAGNll 3 « Un tal \\,'iping è venuto, qualche mese addietro, da Londra con questa lettera del console russo di Londra al console rosso cli Parigi: cc Il signor \Tiping è stato coin– volto in affari politici (ossia rivoluzionari), ma si è to– ta·lmente riabilitato al nostri occhi. .Aiutatelo ad entrare. nelre.sercito russo in Francia». L'imbecille ebbe l'impru– denza di mostra-re questa lettera al corrispondente di un grande gioma'le rmiso. Egli non conosce il francese (la let– tera è scritta in francesej e 110n credeva che la lettera lo tradisse. Davanti ai ·giorna'listi liberali russi si atteg– gia,·a a rivoluziona1io, che voleva entrnre nell'esercito per farvi miracoli. Si è diffidato cU lui senza prenderlo lllolto sul .serio. « Da Tolone egli ba scritto ai giorn.'.lJisti russi che il terreno era fayorevole per la sua opera, ed ha doman– dato libri e giorn,1li rivoluzionari. Non gli si è risposto. Qualche tempo dopo vi fu una sommossa a bordo di un incrociatore russo a Tolone: ilarecchie vittime. Dopo la ucci-sione del colonnello Kmuse (il nome è tedesco!) pa– .reccbi giornalisti russi andarono a Marsiglia. Ora, ta– hmi ufficiali h.'.lnno domandato loro: «.Avete relazione con l,a Nar:he Slovo? Vi è qui un certo Wiping che diflonde dappertutto questo gi-ornale, senza neppure domandare se lo si voglia leggere>>. . «Ecco tutto! Questo Wiping è andato da Tolone :i Mar,siglia per ia.-orarsi il teneno f::lyorevole. E' lui cbe ba provocati i soldati e che ha distribuito, nel momento p1'efisso, a destra e sinistra il nostro giornale. Quale era il suo scopo, o per dir meglio la sua missione, poichè era stato inviato dal consolato? Elvidente: dimostrare al go– verno francese che non sì possono lasciare soldati russi in I,'rancia, senza sr~'lzzar vi.a dal territorio della repub– blica i giorlli!li rirnluzionari ed i rifugiati potilici. Inoltre questa canaglia ha tentato di trascinare anche i corri– spondenti di diversi giorn.aii liberali per comprometterli. Non vi è riuscito che a metit. I soldati sono andati forse più lungi che non volesse il loro istigatore: banno ucciso un colonnello. Ma lrt Nacl1e S/01;0 fu, a tal prezzo, inter– detta. ,e si sono incominciate le espulsioni. Io apro la .serie!... « Voi domanderete.: «Ma non si conosce questa storfa a Parigi?» Perfettamente. I deputati Lafon t, Moutct, Longuet e tanti altri, la conoscono; Leygues, presicìen.te della Commissione degli Affari Esteri, la conosce; Pain– levé, ministro dell'Istruzione, ha gridato, quando gli è stata raccontata: « l\Ia impossibile! ~on si può lasciar passare certa roba!». :Manessuno ha fatto niente: Unione Sacra! « Ch-c mi si espelli come internaziona!ist:i, come zim– merwalclisj:a, come nemico della loro guerra e di tutto il loro regime, sia. :i\fa che non si abbia il cpraggio di dire _apertamente le wre ragioni, che' si utilizzi il la– voro di un agent-e proyocatore pE>rspaventare l'indigna– zione dei deputati, ecco un'infamia, ecco la perfidia, ecco Brianc1! «... In questo momento ricevo una cartolina da Gi– nevra, che mi. porta un supplemento prezioso per il mio affar·e. Griltl.\'n ha ricevuto dal go,·erno la PNmessa tor– male di «accettarmi». l\Ie ne ha informato per tele– gramma. :.\fa )a Legazione svizzera di Parigi mi ba dato una risposta negativa. Adesso mi si comunica la spiega– zione di questo enigma. Quando 6-rlmm ba presentato la sua ,protesta, gli è stato risposto apertamente: ·« E' Il governo russo che non lo n10l vedere nella S\-izzera i,. Ecco: il goyerno russo lla ordinata l'interdizione del gior– nale; il governo russo ha organizzato, per mezzo del suo agente pmyocatore, un piccolo assnssinio in Francia per dare peso ai suoi argomenti; Il govci•no russo mi espelle dalla Francia, intermediari i suoi Briand, Guesde, Lau– rent, St:mbat e C. « E' il governo russo, che. seconclato dai suoi alleati, comanda in Isvizzera. come se la Svizzera. fosse b Fin– landia. Ed infine, è -la. polizia frnnC(>sc 1:hc. spinta. dal– rambasciata russa, mi ha denunziato come terrorista al governo spagnuolo, perchè questo a sua volta mi espel– lesse. Più la guerra si prolunga, più la Francia dipende dallo czar, più lo czar <lh-cnta il padrone dell'Europa. E' la logica immanente della guerra liberatrice ... i,. Ma non per queste peripezie, nè per le manovre del~ pollzle russa, francese e spagnuola, Trotzky ])€r<leva i.il sua Ubertà di spirito ed il .suo buon umore. Le letl:4!~ &ll'amiC'Odi Madrid sono riC<'he di osservazioni sm • Iiotecag inobianco stumi caratteristici della Spagna e della vecchia Cadice. « In tutta Cadice ho cercato un piccolo dizionario in– glese ed una grammatica inglese. Ma Cad!ce è Ullil città di una castità scientifica e letteraria ,eramente commo– vente. Non Yi si trova niente. Ma niente! Ho comprato per il mio viaggio una carta marittima - .il solo esem– plare in tutta la città - e fu fu tta nel 1850 e corretta nel 18i0! ,,. « ... I giornali che affermano essere io libero, non di– cono Ja veritit. Per uscire dall'albergo sono obbligato dl avvertire il mio poliziotto, che mi accompagna dapper– tutto; prende il suo caffè àlla stessa mia tavola (pago io, u.aturalmentc) ecc. In biblioteca, siede davanti a rue e sputa sull'impiantito due o tre ore. Io leggo uno studio sulla Spagna del Ilourgoing, ambasciatore di Luigi XVI alla Corte di Madrid. E' molto interessante ed al tempo ste so il libro più moderno - Parigi, 1307! - che abbia potuto trovare qui.. .. ,i. « ... Il mio spione mi accompagna sempre:· si è ,,bi– tu'.lto persino alle mie sigarette, che sul principio avev.a trovate troppo dolci. T11tti i llliei sforzi J)€r restare con i poliziotti e spioni spagnuoli nelle relu1.ioni 1 fliciali, han fallito pietosamente; quando llo rifiutato una ,sigaretta, .me l'hanno introdotta fra i denti coù una specie di Yio- lenz.a, che costituisce un eccesso cli cortesia. In e-erti ruo– uìenti, mi viene voglia cìi gettare in mare il mio spione; non mi lascia mai tranquillo: « .!lf11y bonito, muy bonito vapo1·! Muy bonito, lct mari jJfuy bonilo, cl tiempo esp/en- <li<lo! >). • « Sempre quel Jlfuy bonilo! Naturalmente, il suo nonno iè'ra un Grande, suo padre era amigo di .Alfonso XII, ed a,-eva un sacco di milioni. Io sarei molto lusingato di E'>S– sere spiato da un cìisc-enclcnte di cosi ùistint:l famiglia, se non fosse Ycrame.nte insopportabi'le, questQ. imbecille!,,. Ma non mai imbecille, quel poliziotto spagnuolo, quanto certi giorna-list.i, che hanno i11Yentatopersino un Trotz~ sa.ngu.inario! Come' deve ridere, il nostro con:ipagno, no.I leggere tante frnccarolate! 6H artisti »Erso il socialismo I compagni nostri hanno avuto ed hann·o - con delle buone ragioni - una buona dose di diffidenza verso gli « intellettuali >i, cui rimproverano una certa pericolosa volubilità di spiriti e di gusti. Essi non possono rimanere indifferenti, tuttavia, al risveglio sincero e fervido di simpatie che appunto nel campo intellettuale viene suscitando la meravigliosa prima– vera socialista, rifio1·ente dai lutti e dagli orrori del– la guerra! Appunto perchè il socialismo è la verità, e nella verità è la bellezza più grande, tutti gli spi– riti gentili ne sentono oggi il fascino irresistibile. Intanto, crediamo doveroso informare· che in Francia, pe'i·- iniziativa di Henry Barbusse (l'accla– mato autore del «Fuoco» e dell' «Inferno») •si sta costituendo uù gruppo di azione sociale -tra scrittori ed artisti. Traduciamo dall'appello dettato dallo stesso BarJ;,usse: « Degli scrittori e degl-i artisti, rispondendo ai voti ardcnt-i <li q11alcu110tra. essi, e ai loro grcmde dovere di e<l.ucatori e e/i. gui<le, hanno risoluto di ragg·ruppa.rsi per esercitare mi'az•ione sociale. « Vcnendo a, schierarsi l'imo a • fianco all'altro, essi non abdicono per nulla alla loro inclipenclenz·a di pen– siero, cilla loro persona/:il< i let teraria, lii loro te111pera– me11ti artisUci (li,versi. Jfo es.qi sono d'accorcio su principH essen.::iali <li 1111.R, nàta e chi<ira <lo/trina: quella della emancipazione <legli 11omini. « Essi /tanno nn identico rispetto della vita, ima stessa fe<lc nei vrinoipio <li ginst i zia. Essi credona che la causa delle più, nobili idee morali e delle viìt lu.minose e,videnze si incnrni in quella <li tu.tti gl-i oppressi. di tutti i poveri, ' cli tu/ti. yli uomini. Essi non lwnno paura di aff1·onta;re gU, ni;venimenti o le ·i<lce, per controlla.1·/e, per dirigerle fen,o alle loro est,rcme conseguenze; essi non lta.nno pa1tra degli circlimenti della ragione nè <lella v·iolenr::,a della verUcì. « Lo spir·ito nitovo di Uùero.;ione. cli disobbedienza alle,

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