Compagni! - anno I - n. 6 - 1 aprile 1919

bt li e COJI PAGNI"I nelle dottrine del "r.M,,f ~. E questi supersUti dif'cepoli non fanno p-a·,-sarci"annh-ersario della morte del profeta i;enz.a nun:l-rsi a conciliabolo per ricYocare la memoria dl lui e per :riconfermarsi nella ~c-ranza che un giorno debba riapparii-e ad assicurare il tiionfo della sua reli– gione! Ma .so1JJ0 quattro vecchi,.... Ormai, questo non è più 'l)aese da preti, ,cechi o 1_mo,·iche s:ano! . Me n~ accorgo •infatti la.sera, alla riunione ·-pubbl 1 tca, che si tiene ,su un prato, Yicino al paese. Dalle ,allate, d'alle casupol'e . par~c ,,;n per il monte, .sono accorsi in 1.,,ta, uomini e donne. L'na ,asta. massa, che sfidando il fresco autnru1ale della nortc, attende tranquilla attorno all'impron-isata tribuna. llli a-ccoglie in si!em;io: niente conYenzi-011ali:rumorcsità ,li battimwnL E mi ascolta in 1,U,enz;i-0. ).fa fin dalle prime parole <esento>) di e&-scre in di:retla comunicazione cou raiDimo di quella folla, che un òssernttore ,superficiale potrebbe ritenere indifferente. Di quando dn quando, un ,ago mo1morlo di consenso, di aippro,a2,ione. Nessun altro seguo esteriore.· Ma quando clliudo -il mio d,iiscorso <:! faccio iatto di discendere dal tavolo eme mi serni di, tribuna, nessuno si muoyc e da vari:e 1mriti ,;t grid:a: ((Aneora: A~1cora!». E' la prima volt.a. in tutta la. mia non br(we carriera di prop.::i.gand:i,sta,chi:; ~i c_apil_;1_ questo... incidenoo e che mi si chieda il bis! Eppure·. ho parLato pianamente e semplicemente, 1iffrggendo' quanto più· possibile da tutto ci:ò che' potesse •a1:1pariréfrase fatta .. Ho cercato di ,ol~alizzarc nel modo più umile ed accessibile le no.stre. ÒJOttrin-e. Non ho « :riscaldato i> l'udit'<Jrio con frasi ad effetto. Non è mio costume. Ed alldra? Mi volgo ,sorpreso Ili compagni più v_lcini. e din;i11,:udo loro che cosa •si ,-oglia dlre con questo,: << Ancora! Ai:rcora !JJ. - Si vuole che tu continui ancora a ,par!aJ."e.Non si I! mai stanchi <l'i udire parlacre d-i•socJa!1smo,. Continua, ClOntinua dunque: farai con~enta questa pove'J.·agente, che -tanto di rado può udire oratori socLalistl! Mai come in quel m <m1ento ho compresa la missione educatrk,e ed elerntri.cc del socialismo. GIAN LATEllllA, SCHIZZ-N «. i1fado.nna v (e pa questo sarebbe la città. di • Maria San:isstma »), di cui quasi og,ri facciata di casa e quasi ogm a11golo di strada è fregiato. A proposito ... A proposito, diciamo, 110n v'è bot– tega, 1to1t una sola, di qualsiasi merce faccia mercato, clze non abbia appesa alla parete una << lr/adomra • od . un « '?anto 11 'qualsiasi, co11 tanto di lumicino, magari elettn_co,_acceso dinnanzi ... Sotto l'egida dei quali pro– tet~ofi se « pelano », poco cristianame1tte, gli sventu– rati consumatori. Poco cristianamente ... ; infatzi, sia mero caso o sia fatto ge1tcrt.ò:, no1t abbiamo mai visto, nelle _bo_tteglie,un« Cristo ,,,. forse perc/iè si vuole clze costui sia stato il « primo » socialista .... E_f/ettivami:1ite. per il _seme del socialismo ·pare clte sul terrwo ~~ Gcn~va sta stato sparso il sale. Al olti, da Z_on,tano,st ,stup;·sc_ono,,e domandano come e· perché la Ctft~ clze fu « quasz "_culla del movimento proletario, la cil_ta_ de_l cc famoso scz.opcro », la città degli idealismi mazzz_nzam, ecc., ecc., sza oggi così àpata e itierte. Non cercate la spiegazione profonda nei traviamé'nti e nei tradimenti, purtroppo numerosi, antichi e recenti degli uomini clze capeggiavano il p opolino, etichcttan~ dosi da socialisti. Forse anche ciò contrib.uì ma non in primo grado. • ' la ragio11e sta nella.,. ubicazione di Grnova, nel fatto che Genova è il maggior porto d'Italia. E' una ragione eminentemente economica. _Ge11ova è città com-· mercic»(e, e scarsamerrt-e industrial_e. Il proletariato vero ~ proprio, il salariato puro e semplìc e non esiste, o qua.si . Novz c'è, o ,ron c'è più, in generale, la 1telta di– 'stinzione di classe clze si riscontra aitrovc, nell'indu– strialismo vero e proprio. Dapprima, fra armatori, spedizionieri- e mercanti d,a 11na parte, ed operai, o per meglio dire facchini o « ca– mal'i », dall'altra, vi potè essere un distacco, una lotta. Jfa poi lr condizioni speciali dell'ambiente confusero alquanto queste classi. Non clze sia,110scomparsi, inten– diamoci, i riccl1i ed i poveri, clzè esiste sempre, qui come GENOVA <1/trovc, e peggio di altrove, il .. bel sistema economico • dte prc11de 'il nome dal capitale. Bisognerebbe, altri- _, _________ ,....___ menti, elle a Genova ci fosse il ... socialismo, mentre in- T' eFt11;zc11te e< superba i, è la sua visione dal mare o vece dimostriamo clte per questo ... i'i:i spira 111! -;,•c11f;_ t.:,Z fr cmo1t torio della Lanterna. ccllo (uno dei tanti ... ) avverso. Ci si intrnda, d1111que, Di s.in no, sotto lo sfolgorìo del sole, contro l' az- in senso relativo. ,,,r1'ft. -11~! cic.!o, appare come un anfiteatro, immenso e Genova, dicevamo, è sopratutto 111erca11tile. !~i noti :-,upc,.:, ,, di colli, di case, di 1t1wi. Di ,notte, le infi.. si produce niente, o quasi niente. Genova non fa che nit e luci, c!te bri dno., dal .mare al monte,. sembranr, caricare e scaricare le merci prodotte altrove. E questa ,ma co11/i1111azionç . del firmamento, dove rilucono lf. funzione inlfrmed;a,ia. è di-venuta, nel regime del pa– ,tellc. 4-' , . . . rassitismo bMgliese. il parassitismo del ... parassitismo, Entriamo nella città. Di <e superbi » vi sono ancora j la quintesscma-del parassitismo. palaz:i e ville, antic!te e moderne; m~, a!tii~tè!, 'Jucsto \ . A Geno7:a tutti fanno « affari n. Vi Cl'ieggia. e predo– non è un titolo di compiacenza e dz soddisfacimento , 1111,ra lo spzrdo del traffico. Il vero « dio » dt Genova che per i fortunati e privilegiati loro proprietari cd abz: I è Mercurio. Mcrca11teggia110 i mercanti. i mediatori c... tatori. Quantu1tq11e:.. quantunque _vi _sian_o. ancora,_ ne, J i. f accliitti. Gli opcrat ma,~uali. ha:1110trasforma/o com-. secolo del ... socialz~mo, dc-i:poveri. dt spm~o c!te wor I plctamente le. loro orgam:zz_aziom: pm11a . er~no fasci goglisco 110 dei lusst e degli spassi .. , altrui (clic pur, : pc~ la lotta dz classe: oggi so''.1Qcorp~raztom grette e essi co 1rtribuiscono a mantenere), per tl solo fatto eh<·, cluuse, che fa/!110 a11clz'csse gli « affari ». sta1tno all'ombra deli'o stesso campanile.... I Tutti, grandi e piccoli, es(r'itair<1 la co111pra-,•:11- ,Voit so1vo davv~ro « superbi,, gli abituri del po I dita. d'ogni e q.ua !riasi merce, cìu\ tutto passa di lì. Ed polo, ammassati 1lCÌ vece/ii sest1c.ri d~l. « 111 ~lo » t de/1, ; z r,iri co11ce11tric:i di questi cc _affari ,, le- gauo_. ~ ·110. do/>~ 1 Afaddalena », stretti, sp orclu, .u1 11td1., bui; 11011 so11, 1 f!fl, eco11om1camc11te e sp1r1ti1t:.'mc1lfe, glt TITlWU aglt i superbi » .que'i <<,~rrugi ~- largl~i un metro, ingomb1 c_ccrlsi._gli o_t,crai ai pa~ro11i. Po~~ cosa i,·i è i; popo– d'immo11dizic, e nez_ quali i:fo_vigg,1:a, anc(tc quCl'11d lmo m1scrab!/c. D1.... 1mscrabde 1J e q1'.açc1tccos altro ... fa bel tempo, doi pam1i lcrJatt stesi fra casa e Cl1S( la scarsa cducaz1011e sociale e poltllca, comune del . lvi la gente povera intristisce nell'insa/ubrità e nel! resto a tutti gli italia11i, fa sì elle qt1eg1i operai, avcnd? im oralità. realizzato personalmrntc mt certo qual bcrtesscre e ri- Insalubrità, diciamo, diè il male clze fa11110quest trawdolo appunto dC"' regime borghese qual'i:, -f!oro ,averne non è co111ptmato dai ben-cfici (per qua11t, ,wta110 lo spirito di classe e la solidarietà opcraitz in– assai spesso fastidiosi) venti, del mare e del montr. rcrnazionale. Così rr:,Tcmze clze Gc11oi·a f ossc quasi 111w– Jm111oralità, diciamo, cliè il male clze fa la miseria 1101,• 1 ·iime f>er{a • bella g11erra », dalla quale i gcno~·csì irz : compensato dalle molte, dalle troppe effigie dr-' 1 1. :mere ccr.·q,0110ta11li ... più bei aualtri11ì, ma{:ari ia- ec g1nç>b1anco

RkJQdWJsaXNoZXIy