Compagni! - anno I - n. 6 - 1 aprile 1919

fo ' J;-?< CO iJI p A G N Il vinciaJL I mpporra tra essi e il Goyerno acui-ransi quindi sempre .maggiormente, e quando si <:hie~e•utl essi l'ap– rn·ova7..iouedel 1m~stito, motirnt:1 di nuoro <l::tlla 11C<Ce-s– sitit < .lell .l:eostruzio11è <li f'CITo\·it>,essa fu nuornmente rifint:: :i.tu. Qu esto 1·ifiu,topose pi:e.sto un terlili ue a lle (c;Cùutcdel– la Dieta. Il re, ùh-enuto sempre pii1 e.sn< :erbato. l a con– gedò cou uin b:i!asimo, ma egli rim ..' tnen1 semp.re seD.7.Al òa_n,aro. Ed eg,Ji aveva tutte le ragi ,o.ni di essere c osber• 0,ato sulla 1S11a si.tu.azione quando vi de c he il ;pà'rLito ·Ji. ~raie, alla cui testa staya la borghesia, che ubbraccm,·,1 un.a. g,rnn •pa,rte dell.l. bassa nobiltà e tuttJ o-li sntrll(lti malcontenti ehe .si erano ,raccolti nelle di:\"er~ '.l}al'tidei ceti infer!ori ,--:- che- questo partito liber~le era deciso a conseguire (:IO che Yolev~1. Invano il re ave,·n. dichiarato . nel discorso, col ~quale egli aprì J.'a•s:%•mblenelle non conccde1e!Ybomai '1111a costituzJone nel .sens~ moderno deU>aparol-n.: il p::nt'ito liberale insistè J)er 1111;: 1 <tale.mo – derna co~tit11zione J'appresentativa. :rntifemlale c on ti1tte J.e sue conseguenze, li.))ertù.cli stampa. giurati , ecc., e ùi– dùarò ,~Ileprima <li riceyei;la n01uaù·ebbe a ,ppron1.to uu <-aentesimo. , • Un fatto era chiaro, le cose non potevano continllilre a 11:mg p in questo modo, e o doven1 cedere una cle·lledue parti, o doven.t.si vt"11ireml 1.111a rottura violen ta. ad una sangui;u o a lotta. E àa •borghesia isapern. cl.le ess.1 si tro– Yava alla Yllg'i!i.acU 1ma ri\·01uzio11ee vi si preparava. Es~ cercò <.li gurrdagnare rappoggio degli operai e <.lei cop.t;tdini cou tutti i mezz.i pos.~il:)ili,e all:t ti11edel 18-l7 era qu ns1 general mente 1·ico110,;;cinto elle .lll.Qn !l)Oteva. tro– ·var.si un solo cal'a ,tte.re eminente nella borghesi-a die non si ~pa cciasse per un «·s o~iali:lta ,, col munii'&sto scopo di prò_pizinrsi hl. ,simpatia del proleta1:in1·0, Vedremo pre– sto {lncbe questi « Rocia'J.isti >l al l:n-oro. Questo stimolo della borghesia d'iri,gentc dl ns.sumere almeno l'esl-et·iore up1.,'arenzadel socialismo era la couse– glieiiza qi nn gmn cunbi::nnento che m·eva. compiuto la c1ài.se 14,q,ratrièe della. Gerniaµia. Dal 18-1-0 una parte de_gli O lJ\'l'ài tetle.scl1i, 1 1ie1Je sue migra.zioni in Francia e, ·1ì~UaSvizzera, ~ra, più o me-I10 inrnsa <lalle immature - i<iée socwHst:Lc·b.e o comuni'Stid1e che e1'.n110 nllora in vo/Ì;a tra. i lav<i,ra.bori fl':iucesi. 11 crescente interesse clic t,riJ>1.Jt!lYasj n tnlii i<loo in Franc ia <lai J 40 fece di,en_ire ' (\1 Il!.Qda ,1·11cbe in Gpr:nrnni.a.il socialismo Nl H comu11i– s010: e ;1lal l.8'13 ttl tti i )!;-iornal ierano .p.ie11i di. clii,cnssionl d~.quHt.Jpni ,sociali. Si fo1·mt1bPn presto i'n Germania una scu:olfl,socia,Jista che ilistiuguen1si più per la o.scu– l'ità eh~ IJ,lel' .Ja 11.ovitit; dene -sue Jdee: fa sua attivitil. prinelpal~ <'01µ;i.steva 11el ttadurre lloltl'i,ne fomiel'i– stiç:b.e. saJ1<s.i,u:IOrnistiç~ ecl altre llt'll'a·stt-nsa lingua della filosofia tecl•esca. La scuola rndesca cki comunisti. che è c6~:Pl'i,i"-n1llente <l~versa (ht questa sett.a, fu formullù ~ilil.,si n,('J mwesiino tempo,' Sollevazioni d operai Nel 184-l:... 1 fu fa sollen1zione dei tessitori della. Sle– sia {llla qu·ale se<guìqllell\l degl'lmpl'essor1 di tele <.1.i co– tone in I:.rng;a-. Questi torb.ltli che furono crudelmente repre.ssi, solleviitzioni di OJ)€rai non contro il Go.verno ma contro ·gn1uprenditori, fecero iPl'◊.f-Onc1a :i,mpressio11ee - diedero "il_n;inuova sl')•i!Ilti!. alla propagmrda sooiullstica e com®istièa ti·.a. gli opera·. . llo stesso modo operasono i tumu'lt.i vel paese nell'anno di cnrestia 1847. Illsoruma, ron:m l'of)'.Dosiz.ionécost.ituzionalc intol'll'o alln. cui ban– rlierJi. i;u. schierò, con ecc-e7,ionedd .grandi la ti1'onùisti feudali, l:1.gnm ma.ssa delle classi pos~denn, così la classe oper~ia de~le ,grnndi cittit nttcndeva J.1 proprfa .em,ancipazionc dalle dottrine socialistiche e comunisti– c1ll~,sr.bbene soitto le esistenti leggi <lelh .stampa nou se ne (Potesse comunicare a.d ('Sse s~ ~1011 ben p-oco-.~on r,obevasi quìndi pretendere elle ~li operqi .,nutrissero idee nfolto chiare tSU quello t"llc essi volen1t1b - es,;i sape– v.ano s~m_plicemente c!Je il programma <lella borghesia costitnzionale non conten·e,·a. tutto quello di cui avernno urgente Jii,:ogno, e ·elle lr loro ,aspirazioni -non erano me– nomt1menl'r ed in ialcun modo contenute nel circolo delle irk-e <'o;;Utnzioali. • =--:on c·t'l'.:l quinùi :in Germ~rnia. uno spechlle partito repubhlic:1no. C'<'rnno o monarchici costituzionali o :Più r, 11n<'no ebiari soch1li"ti o corunni"ti- ,Di front\> n. questi clementi il piì1 .piccolo coutU.tto .òdyevfl cornlnrre ml llllà in-an<le r.ivo]u;done. Fl mentre l'alta nobilfa .e •gnmtpea;,1\i ed ufiiciali supe1fori forma– Yano runico :"icuro 11u11tc1lo del si;::! cma dominante: mentre ],l bao<sa11obillù., fa borghesia intlu.striale e COJll· mer<>iule: le univers.!,t,1, gli insegna11ti <li ogni rango e perfino uun. vnrt.E>delle classi inferiori della iJ.rnrocrazh1 e de~li ulliciali .;i ,riunivano tntt-i: contro il Gowrno: menfre ùietro a questi c·erano le mas~ malcontente del con~dihi_ e del Il_rolet.ariat.odelle grand} <>.ittà,cht' :pro,- bib ·otecaginobianco ·( riso1·iaruente appoggia v:rno .ancora l"opposizione libe1;a10, ipa fase-in ·,a110 gfa scorger<" i::trani accenni <leJJa int,e,n· 7.lone <li pre:ndct·e le cose nrllc proprie 1.ua11.i; mentre la' horghes:i.a fil'a. p1·ont.a ~,d ~1bbattere il Go,·erno, ed i ,pro– letari omno -p'l:ontiad a.bbattc-re pqi la borghesia, questo Gon~rno segui,•a ostinatamente un corso che cloyea p:ro– Yoea.i·e per necessitit un conflitto. La Germania in ipr_ln• dpio élrel 1848 si trova·vu alLa Yigilia cli una riYoluz,ione, e questa 1':Jyoluzione~rebbe cNtamente venut;.'l., an(')1e se nop l'avesse accelerata la. l'iYoluzione francese di febbraio. Quali effetti ebbe questa rivoluzione di Parigi sulla Germa,ni.a .Ilo vedremo subito. CARLO MARX, Taylorismo e fatica Nei riguardi della prodt1,zione questo sistema au• me11_tala produzione stessa, per !'aumentat.a es_pe– riema eh-e l'operaio acquista faoe,ndo se mpre la, stesaa, cosa 1 nel tempo stesso c-he l'oggetto co.si prodotto riesce sempre piì1 perfetto. Quindi rnlen done da que– sto lato ,·eniTe subito alla conclusione, si pu ò dire che il prodotto così ottenuto può costare meno ma.no d'opera e quindi avere la probabilità di Yen ire of– fer to ./1 un prezzo minore sul mercato <;>on varitag~io f.li tutti i cc1 D.Sumatori. Ma il b.to de.lla qu~stione che piì1 ci riguarda, sono le c onseg uenze dell'operaio circa l 'applicazio.ue di 1::tle sistema. , Talu ni ,dicono: l'operaio, obbligato a ripetere al– l 'infi.ni to una operazione, picco In, parte -di lavoTo di un com plesso finito, non si formeTà mai la ,-js.ione comple~qi_va di ciò che_ produ~c; questo, oltre a da re all'operaio una capac.ita tecnica molto deficiente, ne atr.afizza l'intellig,enza; la quale non viene rud:operata. d_ura.nte_ il . l~voFo, riducend·osi questo, per le con– t1nue npet1z1om, a un puro atto meccani co-. Noi siamo contrari a. queste conclttsio11. .i.ma non dir<;m_o,, cil,me é!,ltr~,, ·c~e il lavor~ c-osì or ganiz zato e d1nso chventi ·pn1 piacevole all'operaio. A ,noi piac-e cònsìt!'erare 'il pro~lema da un aitro punto <li vista.. Nei riguardi -del!'indi ,·jctuo. consi– de.riruno il lavoro· manuale come necess::i.ric••al suo sostentamento; e quindi « mezzo·» per vfrC're ·ccm– pletamente la \·ita civile nclla socicti\. Se il lavoro manuale non ·d'.ern essere com.iderato « fine a _se ste:Sso" nè « scopo ultimo» dell'operaio, la questione n,ene ac}essere mo_lto ~cmplificata. Occorre all ope;-a10 proc-acciar,s1, col suo lavoro una. da!a qu~nt\tà cli ben\ economici i Ebbene, si~ da10 all opera10 11 me:z.zoptu sempl~ce, meno fatico<;<> f:is_icam~nt~e intellettualmei:ite, p~i.· ·procaccia.rsi que– sti ben~; rn. mo~o che lL l l.11 resh non solo il tem po– (coll I apphc?,-z1onel delle otto or;e), ma a.ne.be }D, forza rn!elleth va per e,·olvere le si1e cognir2 .ioni ·ve rso, qt1,elle -stere del sapere che, da tende-nz.e natnraJi 1 0 a.cquisite, si sente chiamato. . Il taylorismo. applicato sia, alle macchine che ag~i ope)·ai, hr~ c1ato in q,ttesto senso buoni risultat,i. L'mtensrfic:1to. sfruttam~ntc_> che .alcuni addebitano a 1a_le?1l?Phcaz1~me no,n e ~1fet,to_d◊l sistema, nià d-e.i coltnm muma111 e sfìbrant.i, cm il taylorismo. meo-lio degli altri si presta. , 0 Basta abolire i cottimi e lo sfruttamento !amen• tato cesserà per i11canto. • • La> p1:esunj'!- ,d~gra·a·azi~i_e morale cade. c fa · sti quando SJ. cOJ;-is1den. co~1e s·e <letto, il laYOro coi.ne mezzo e non ftll!') d.ell~ v1_ta morale dell'opHaio. Per le cons1deraz.iom suesposte noi siamo favo• J'eYoli a_l ~aylorismo; 1 e e~, a 11g1~riarn o che qt1esto si• sterna s!.i. reso :>empre J?lll. raziona.le con l'appiica. z1on~ d1· macchrne speciali per <let erminate opera• ziom. . In m~do cJi~ all'operaio non resti, hella maggior parte dei casi. che la leggera preoccupazione dì n·ùi– <l_are la propriç1. _macchina; restando il suo ·intell~.tfo hlrnro Id evolver 1 nella graduale ,sua ascencione so•. ciale e morale. ·Cesare Massini. I~VE.R,NIZZI GIU~EPPE, gerente respon 9 abi/e. Tipografia delJa Società. Ed:itricè Ài·anti/ ,("""' ·vi~ Sa~ D11~ianof 16, _ • - •• • • • • \ "

RkJQdWJsaXNoZXIy