Acpol notizie - Anno II - n. 4 - Febbraio 1970

terminologia che è statistica ._ma è anche politica) significherebbe lascirseli sfuggire di mano e, oltre tutto, condannarli al fallimento. 11 che non vuol dire che non esista anche un livello medio nazionale dello -scontro di classe di cui tener conto. Vuol dire però · che esso non costituisce il criterio giusto con cui misurare le aspettative antagonistiche dei tecnici, degli studenti, dei ricercatori, degli intellettuali prole- •tarizzati, o di qualunque altra categoria nasca da una crisidi sviluppo del capitalismo. · 8. IL PARTITO IN FABBRICA. Il problema centrale resta però quel lo del rapporto tra partito e classe, poichè da questo dipende la possibilità delle alleanze e la reale legittimità del disegno egemonico. Due processi convergenti si incontrano su questo terreno e rendono il problema tanto più urgente quanto più difficile da risolvere. Da una parte, la crisi della concessione delegata del partito, che avevaavuto una sua forza e una sua giustificazione negli anni succes-_ sivi · al '45, trova gravi ostacoli nel generare una nuova concessione e una nuova pratica del partito in fabbrica per tutto il lungo periodo in cui i partiti sembrano affidare al sindacato il .compito della riunificazione e on,ogeneizzazione dei vari livelli di classe: in una situazione del genere nessµno poteva pretendere che agli occhi della classeoperaia i partiti apparissero qualcosa di più che i garanti, sul piàno generale sociale, delle sue conquiste dentro la fabbrica. Dall'altra, però, il processo di crescita sindacale, pur senza arrivare ai suoi ultimi esiti, brucia dentro la . fabbrica le ultime possibilità di un discorso di partito .alla vecchia maniera e tende anzi a invadere, per la · forza stessa dell'impulso operaio ricevuto, il campo sociale tradizionalmente riservato ai partiti. 11 problema, ché tali fenomeni pongono, potrebbe esserecosì riassunto: i partiti constatano che il luogo di promozione politica reale tende sempre più ad essere la fabbrica e che solo un corretto, organico rapporto con la classe dell'interno della fabbrica permette una presa effettiva sull'intera società. Da qui il rilancio della parola d'ordine del partito in fabbrica, sulla base di un nuovo rapporto che non può più esserequello del '45. I segni tangibili dell'emergenza di questa linea possono essere: ta_luni aspetti del X11 Congresso del PCI, il convegno sulle lotte di massadel PSIUP dell_a primavera del '69, l'ultimo CC del PCI, il recente arti- .colo di P. Ingrao su Rinascita. Le condizioni· di questo rilancio del partito in fabbrica sembrano esseredue. La prima, più owia, è che non esiste nessuneffettivo rapporto con la classe qualora il partito non sia un elemento dinamico all'interno delle lotte e che non cresca con questa. La seconda, assai più importante, è che non esiste nessun effettivo rapporto con la classe se il partito_ non riescea raccogliere dentro la sua linea B 20 ·ioo t. tf O. "ci e TI' e e a farne l'assedi una generale battaglia sociale e politica. In caso contrario, · la classe operaia preferirà sempre la politica sindacale (sindacale, ma politica) al rapporto ideologico e mera--· mente solidaristico con il partito. La linea del partito 'in fabbrica è dunque una linea strategica, non un mero aggiustamento tattico (se, oltre tutto, pretende di funzionare). 11 partito in fabbrica è infatti solo la prima metà di una formula politica, che, resa per inte- _ ro, dice grosso modo così: .il partito in fabbrica - la fabbrica nel partito o meglio:-. il partito in fabbrica, solose nella linea del partito vive e cresceegemonica la linea delle lotte operaie, il contenuto strategico che in essosi esprime e cerca uno sbocco politico. 9.-STRATEGIA DELLE RIFORME. Anche la strategia delle riforme ha subito lo choc possentedelle lotte operaie negli ultimi due anni. La massiccia presenza del le lotte operaie nellasocietà ha reso più evidente la contraddizione tra due modi diversi d'intendere e praticare tale strategia all'interno del movimento operaio italiano: da una . parte, come insieme di provvedimenti volti a sanàre talune strozzature e arretratezze del sistema e a facilitare in tal modo la promozione sociale e il benesseremateriale delle classi lavoratrici e popolari; dall'altra, come una catena di punti di convalida (anche di carattere legislativo) delle posizioni di forza raggiunte dal movimento, che da questo tipo di consolidamento istituzionale acquista maggiori possibilità di passare a momenti più alti e decisivi dello scontro. Non si tratta, come parrebbe, di una semplice distinzione · di metodi, bensì di contenuti. Straripando sul terreno sociale, la lotta operaia degli ultimi due anni ha mostrato quale possa essere la strada per cui si saldano rivendicazioni operaie e rivendicazioni sociali generali anche sul piano dei progetti di riforma. Esempio: le pensioni, le gabbie salariali, il collocamento bracciantile. Oggi: i prezzi, le tasse, la casa, i servizi. L'indicazione che emerge da questo tipo di partecipazione operaia alla lotta per le riforme si direbbe questa: l'organizzazione capitalistica della società, man mano che avanza e si perfeziona, sempre più strettamente s-'intreccia con l'organizzazionè capitalistica della produzione: la vita delle grandi masse è condizionata da un. apparato economico:.politico, che estende le sue maglie dappertutto e dappertutto può esserecolpito con efficacia se si mira dappertutto al suo cuore pulsante che è il meccanismo di accumulazione. La classeoperaia è riuscita a trasformare. in lotta sul salarioe sul lavoro anche la strategiadelle riforme. Questa è un'indicazione preziosa. Essa, infatti, non solo non isola la classe operaia dalle altre grandi masse lavoratrici; ma rivela il terreno concreto, materiale per nuove alleanze e per una estensione della sua.~emoriia sulla base d'interessi precisi, che s'allargano'.;a, ventaglio dalla condiz_ion~·opéraia in fabbrica ail'intera società. Si

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