Acpol notizie - Anno II - n. 4 - Febbraio 1970

pensi al problema dell'occupazione, e al suo rapporto, da una parte, con la questione meridionale, dall'a"ltra con la questione operaia, e infine con la questione della scuola. Si pensi ai problemi della tassazione e della ricchezza mobile, destinati a rilanciare imme- . diatamente una forte tensione in tutte le categorie lavoratrici e a favorire perciò ulteriori processi di unificazione- tra i diversi livelli della forza lavoro. In ·questa accezione una battaglia per le riforme può ancora avere un senso.Tutto sta a capire e a far capire che ognuno di questi passaggi va determinato al I'origine da precise esigenze di classe e si deve poi assumere e praticare in modo tale che alla sua conci usione non ne risulti una "società migliore" ma una classeoperaia più forte. 10. UNITA' POLITICA DELLA CLASSE OPERAIA. Mentre la classe operaia italiana conduce le sue battaglie e consegue anche importanti vittorie, il capitale fa ogni sforzo per ritrovare la propria interna unità e sembra riuscirvi. n "circolo virtuoso" di Carli, - aumento delle produttività, aumento dei salari, aumento dei consumi, aumento degli investimenti, aumento delle produttività, - divenuto ormai il dogma intoccabile degli stràti più avanzati del ceto dirigente capitalistico, cerca di giungere finalmente alla sua applicazione perfetta. L'alleanza tra ceto politico e ceto economico si ristabilisce sulla base di un'interpretazione "moderata" del la politica di sviluppo. Nessun blocco d'ordine-, beninteso , ma l'esigenza prioritaria di recuperare l'unità di tutto il grande capitale e di tutto il ceto politico di governo per mettersi in grado: 1) di riconquistare un completo controllo istituzionale sulla classe, 2),. di evitare in questo momento una crisi radicale delle istituzioni, che travolgerebbe persino la possibilità di una pro- · spettiva riformistica di lungo periodo ( i socialisti al governo). La risposta dei partiti non dovrebbe essere difficile, se s•i tiene ~onte del le indicazioni emerse dalle lotte· operaie: non si può, in questo momento, permettere l'ingabbiamento delle lotte di classe dentro i parametri definitivi una volta per tutte dalle istituzioni vigenti né agevolare in qualsiasi modo il ricatto fondato sulla falsa antitesi (oggi falsa) tra riforme e rivoluzioni. Esistono le condizioni per un rilancio delle lotte, - condizioni presenti nella fabbrica e nella società. Ma se questa sembra essere la risposta giusta alle contromanovre di oggi del capitale, la risposta,~di prospettiva non può accontentarsi si seguire eternamente le mosse dell'avversario di classe. 11 tema di fondo che la 'classe operaia italiana ha con le sue lotte massicciamente unitarie riproposto è quello dell'unità politica dello schieramento di classe. Non s'intenda questo discorso come puro ricalco di alcuni comportamenti operai al livello di massa nè Bi me e t:JO s il P§ dedema dell'unità sindacale (con il quale, per altro, esistono ovviamente rapporti molto forti). Qui si vuole semplicemente sottolineare il fatto che la richiesta politica emergente dalle lotte operaie del '68-'69 non e recepibile per intero entro la tradizione storica (strategica, organizzativa) del movimento operaio italiano. Questa situazione, probabilmente,· è destinata a durare ancora. Ma a questo problema prima o poi non si potrà francamente sfuggire, dal momento che le contraddizioni, anche feconde, anche positive (il partito in fabbrica) si · accumulano. Sarebbe già importante se il PCI, il PSIUP e le altre forze della sinistra presenti attivamente nelle lotte considerassero fin d'ora, e sia pure sotto forma di processo, la rifondazione di un' organizzazione politica unitaria come un problema fondamentale o, meglio, il problema determinante del rapporto strategico tra partito e classe, tra lotta concreta, particolare di ogni giorno e prospettiva rivoluzionaria, e se cominciassero a intervenire nelle lotte cercando anche d'impostarle e di farle funzionare in direzione di questo obiettivo. Sempre, storicamente, sviluppo capitalistico e organizzazione politica operaia sono stati i fattori discordanti fra loro e reciprocamente elidentesi. Potrebbe darsi che l'ipotesi dell'unità politica della classe operaia, da costruire non in astratto ma attraverso le lotte e il concreto rapportò· ·con la classe, sia capace d'illuminare quella che resta la grande difficoltà della rivoluzione in un· paese come l'Italia (e insieme il grande problema da risolvere, la contraddizione da far funzionare), e cioè il passaggiodel capitalismo alla sua piena maturità in presenza di un contemporaneo processo di crescita politica e organizzativa della classe operaia. Le lotte del '68-'69 hanno dimostrato che per questo processo esistono condizioni oggettive, materiali, ormai mature. Si tratta di verificare nella discussione e nella pratica a che punto sono le condizioni soggettive, di cui la sinistra operaia è nel suo complesso responsabile. Con il senso, anche,· dell'urgenza con cui questi problemi vanno affrontati: poichè il capitale va avanti e compie le sue mosse, non è lecito sperare che le condizioni tutto sommato ancora a noi favorevoli resistano a lungo. E' probabile anzi che il biennio '70-'71 risulti per più versi decisivo in un senso o nell'altro per tutta la fase seguente. Alberto Asor-Rosa Ci auguriamo che i lettori di ACPOL · Notizie vogliano partecipare al dibattito con il loro contribµto, inviandoci 2 o 3 cartelle dattiloscritte. 21

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