Giuseppe Galletti - Una zuffa in Bologna fra i borghigiani del borgo Sampietro e i napoletani

D' 1111 picciol caso canto sol la s tor ia I11lro Bologna in quc' giot·ni accaduto, Oudc fra noi ne resti almcn mcmot·ia : j.: 1111 capriccio , è un pi ensie t· che m'è ' enulo: S' u11 rautò dc' StiYal i , nl!t·i del Naso, Ben posso or io cantar nart•<tndo un caso. l ' n caso? Oibò; non prclla è la paro la , l pedanti di ran' . non suona uu fallo, Ma incer to C\ Cnto: Oh fat e mi altri scuola , Che per 'oi diYcnir non ' ogli o ma !lo ! Se i l mio di t• , se il mio ennio non 'i piace, Dalegli un calcio , c mi lasciutc in pace. ntusc, Ol'feo, Lino , Appollo io non im oco , Chè il confesso , non so <t ua l gen te si a : E impl'lrm· un po' d' estro , 1111 po' di fuoco Da sconosri uti , sembranti pauia . A mc lo chieggo, c quando \'iene il colgo: Dunque udite, chè al canto il labbt·o io sciolgo. Appeu;t i 1\egi fut·o entro Jlologna , Che a mol t•s tar si die ro c questo c quello; A rubbar donne, c far lor o \ Cr !(ogna, Insu lta t·. brigat· risse, c fat· macello, Come se il popol fosse un 'ile armento Oa sgo1.zarc c goder e a lor Inten to.

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