Giuseppe Galletti - Una zuffa in Bologna fra i borghigiani del borgo Sampietro e i napoletani

-4V' è pc! studioso un poco! in di s toria ; V' è pcl Fcls inco cb' ama il suoi natale Del valore dc' suoi chiara memoria. Ma il pregio ancoa· non dissi il più essenziale Onde più volonlicr lo leggea·cte ; Non vi di ssi cioè quant' esso vale. Val ' 'enti soldi sol. ... Che più volete? I ver si miei vi do sette al quallrino : Son settecento c più: contenti siete 'l Giammai le Musc a prezzo più meschino }'ur vendute, n~ppur solto le ves li Del 'l'rovalor phì umile c più tapino ! Son pochi i palli dell ' acquisto, c onesti: l ver si miei stampati in un libretto Fra un mese, o poco più sa a·anoo presti. E quando lo saran, come prometto, Or promcllctc a mc , Signoa·i miei, Di comperarli allor per un Papcllo. Ma for·sc voi di rete : c l La chi sci ? l'crchè taci il tuo nome in ques to foglio? Se Aulor ti fai , non occultaa· ti dci. E vi rispondo che fir·mar no ' l voglio r cr onesta cagion, non per vergogna: L' anonimo non fo per qualche imba· oglio. Sol vi dirò ch' io sono da Bologna, Ch' allri miei versi aves te pct· le mani : Oa· ne S<lpcte pi(a che non bisogna; Contentatevi adunque, c s tate sani.

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