Giuseppe Galletti - Una zuffa in Bologna fra i borghigiani del borgo Sampietro e i napoletani

- g;;- "os l rù insomma Caslagna un srnno la le, Una l rs ta , un lesione anzi si adaIlo , Che ad esser Capilano Crnr r·alc l'arra l' avesse la nalrrr·a fallo. Jo:d rra un fabi'O igna ro di hallag lic, Uso al rnarlcllo, al fuoco, alle lanag lic. Oh quanti r cggon squadr·c, c se ne \'anno D' au rei spallini ador·ni , c piume c lr·inc, Che di Cas tagna mrno assa i ne sanno , Degn i pi tì ([' esso d ' adoprar· fucine l ~l a di l ai schc r·zi qucsla lc r·ra è piena ; E i l pcnsar·,· i è da pazzo da calena. Giunsero inlanto frcllolosi que ll i , Che andar· la sera innanzi a cor icar·si : l'u una fcsla, un inconlro di fratelli , l'n stringersi , un baciarsi, un abbracciarsi; E parca fra di lor· fossero s lali Mi lle mig'lia per anni scpara li . Yolcva il Capilan che fossc r· ili Allor· quei che vegliar la nollc a>anli Alle lor· case ; ma fu vano. c uni li Yollcr r estar fl'a loro lu lti quanli , J~d anche di quel g ior·no ave r comune l pcrigli . i di sag i c le fortune.

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