Giuseppe Galletti - Una zuffa in Bologna fra i borghigiani del borgo Sampietro e i napoletani

- 21 - E quivi i casi di quel giorno alcuno NarT~va in ccr·chio, c i ri schi c le fc r·ile ; Chi riempiva lo slom~co di giuno , Chi cantava le sue st rofe gr~dilc, Chi colla donna sua s lava in di sparte, Chi giuocava alla mora , c chi a lle cal'le. E il Capitano ad ogni posto intanto l~ acca fumando vigile la ronda , Onde adempilo 01unquc fosse quanto Avca di s pos to , c lutto issc a seconda: E con fr·atcmo amor in quel suo cor so Spesso beveva co' suoi prodi un sorso. Ma da niun caso fu il silenzio r otto , Chè i Regi lcnncr forse opera malta , Dopo a1 ulo a un be l Sol s i dur·o scollo , 1\loleslare all' oscur gente siffalla: Ed anzi i pitì cr·cdcan , ch' anche di giomo Non a11·ebbcr più ardir di far· ritorno. Come cr·rasse per·ò la !or cr·cdenza , E come andò a finir ques ta fncccnda , Io 1c 'l dir·ò , se a1 c tc la pazienza Ch'io mi riposi , c un po' di l en~ io pr·cnda ; Son vecchio , c nel c~ ntar· pr·cs to mi sl~nco , Se a tr·atto a tratto il fiato non r·infranco. .......e o-e-

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