Giuseppe Galletti - Una zuffa in Bologna fra i borghigiani del borgo Sampietro e i napoletani

-19E quando c i 'idc quelle fic1·r masse Docil i , mute, c al suo 'olc1· ridotte, l\c sccrnca la metà , pc rchè 'tgliassc; E que l che do, can fa1· in q uclla notte, Onde sccurc c quiete issc1· le cose, Da saggio esper to in brc' i accenti espose. L 'a ltra imi:na a l riposo, onde a l mattino l suoi compagni n sollc' nr ' cnissc: l'oi onlina'a al bettolicr 'ici no, Che d i buon 'in le fauci inumidisse A quei rimasti , pc •· la pugna s tanchi, Onde a •cgliarc c a oprar fosse •· pili f•·anchi. Ques t ' ultimo a rgomen to ebbe tal pondo, Chè il potc•· di Castagna al colmo aggiunse: Capilan l' aclamaro; cd ci ;;-ioconùo J·: unu lc in tanta g loria il ca1·co assunse, J,o,·o diccnd<J: i n mezzo a \Oi son cc•·to Ili \iltoria , c non mio , fia \OSt r o il mct·to. E nlt'M s i può per quall r o lati solo l\rl llor·go; c il Capitano in altr·l'ltuntc l'a rti di' iso dc' suoi bra' i il stuolo, In ognuna mandò Orappcl bastante A ~uardia, c insieme pr •· dm· 0 111'11 to;,to A fJtWnto accortamente a' ca d isposto.

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