32 d iuando per testamento , éhe parte J clln rendita fosse posta a dotare povere zi telle, parte a sollievo dc' misel'i consumati da incurabili malattie . Fu a1iche in lui grao prudenza ; Vll'lÙ che vicn prima fra tull e le altre , la quale è chiamata da Cicerone la scienza di conoscere ciò che si deve fu g-::ire e ciò che desider are, che è quanto a d ire l'arte di ben vivere. Questa moderò sempre la vita pri vata di lui , e specialmente mostrossi quando negli anni trasc~rsi essendo tuUa la ci ttà in boll imen to, iu tumulto , i n sedizione , egli salvo scampò dai !lutti civili e sicuro riparò al por to. l mperciocc hè mentre tumultuavasi , c part rggiavasi ora a <]Ucsta ora a ' luclla parte , egli non parteggiò che alla onestà e alla pace , gli animi dc i cit taòini esortò • consigliò a concordia , c mentre per lo pu hblico bene si adoperava gliene veniva 1' amore c la gratitudine di tutt i i suoi concittadini. Arroge a ques te cose una affabilità, una piacevolezza senza pari , una i ncredibi le c~rtcs ia a chiunque gli si presentasse : e <] Ucs ta non d'apparenza come suole i n molti , che a tì01· d i bo~ca hanno mele e nel cuore vdcno. l~gli uon l usinga , non adu!azione , non amor simulato , che è peggio dell' odio , ma ca ndidezza e soavità d'animo pari ai costu• ini. Non gli usrì mai da l labbro parola irtsolente , o superba , o mordace , o boriosa : non cercava lodar se stesso , ma attenuare le lodi. A chiunque andasse a Ini per versi o per alcuu giudizio , mostravasi tutta benign·, ta , lodavalo, gli faceva animo, e se in que' versi avesse trovata alcuna menda , diceva : Di gra~ia correggi ques to c ques to : c prontamente , senza usci t mai dalla modestia sua , soggiungcva ciò che bisognava , tal che t i pareva che vi fosse preparato. l ni • micizie non ebl)c mai , non fece mai ingiuria ad alcuno , volentier i dimenticò le ricevute. Le amicizie, che solo f ra' buoni possono fiorire al imentate dalla vi rtù , dii i•
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