Giuseppe Ignazio Montanari - Della vita e degli scritti di Antonio Laghi faentino

al lcggersi : ma quel tenero , pinccl'olc c molle ttile risponde a quello che usò Tcocrito negl'idilli , .Virgi lio ne!fc cg logha , Tibullo nelle elegie , non mai a quello che Catullo licenziosamen te usò ne' suoi faleuci. Sappiauo frattanto coloro , che si fanno a leggere tali co~e , che presso gli ebrei una volta furono reputati onesti certi modi di fare c di parlare, che in appresso si ebbero per disonesti c disconven ienti : poiohè ciascuna nazione ha i suoi costumi, e quello che piacque dapprima fu coll 'andar degli ano i disappro- ~.1to. Quindi il vesti re, il portamento , i riti nuziali, i sac1·itìci, i conviti degl i ebrei fu•·o no tutt'alt ra cosa <la quelli dci latini c dci greci. Così Omero nel secoudo dell' Iliade ci descrive Teti , che molcc il menlo e la barba di Giove onde amicarselo : il che sa rehLe 1uodo rustico ed inu rbano prc.~so di noi. Ulisse, fall o prigioni em di Troja, ~uppli chevolc alla regina Ecuba palpa le gote , onde per la clemenza di lei scampare da morte : il che sarebbe delitto :li lesa maes tà a' dì nostri. El la è certo imprudenza giudicare dalle costumanze .di un solo popolo i detti e i falli degli altri pOjJOli, e dalla consuetudine dci nosti'Ì tempi misura re !juclla degli antichi . Quanto al Laghi non avrai certo parole che bastino a l('ldarue l'industria nel saper bene adattarsi al suo soggetto c secondarne J'iudole. Egli è sempre eguale a se stesso e non dcgeucra mai : sciolto dal vincolo delle parole ticn d'occhio soltanto ai pensieri , porta scrupol osamente le sentenze , e fedelissimamente ne mantiene l'ordine. Odi per bocca di lui Salomone parlar la~ tino, c l e idumce vcrginellc mentre accompagnano al ta lamo l a mistica sposa modulare il canlo al S \IOOO di latina zampogna. E per arrecarne alcun brano a prova, non potevasi con più gentilezza e accortezza dipiugere l 'affanno c il timore della sposa, la quale tra-

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