Giuseppe Ignazio Montanari - Della vita e degli scritti di Antonio Laghi faentino

f2 fotto perduta cd estinta , come l'osca, la ccltira , e molto oltre. In fatto non rimane ella sana ed in· tegra nelle mcmb•·ane dci codici , nelle mcda~;lie, nelle lapidi , per mcz~o di cui giunse fino a noi ? Fu, egli è vero, presa da gravissimo morbo, di che la barbarie nordica l'infettò , e la contaminò si che molti anni le convenne giacer vergognosa , e nascondersi alla luce del giorno : ma pe i conforti , e per lo studio di sommi uomini alla fine rifattosi , riful• se di matrona] decoro , e mostrossi tanto adorna c gentile , che pa1·vc degna della maestà latina e dci fasci consolari. Fiorisce poi ora e vive negli scritti dei dolli , nelle a:cademic , nelle scuole per l.utta la terra, cd è principalmente co ltivata da quelli, i quali desiderano aver grado di dottrina e di eru· dizione. i\Ia conviene pur che i l coufcr.sino coloro stessi , che di ciò sovccte l'accusano , che sebbene sia mutala la l'ronuncia, pure ciò che possa nuocere all' antica bellezza e maestà, di Ici , non ha in •c ; nè alcuna cosa all' eleganza e al la cast itll di lei si oppone. Pen hè la pronuncia si deve considerare come dole esteriore di tutte le lingue e non piì1 , e la lat ina a' dì nost ri per buoua ventura non ha poi tale pron uncia , che rie~ca ingrata od aspra al l' orecchio. E poi alla fine se anche non pronunceremo bene , non per questo avverrà, che noi la scriviamo male. Non può infatti alcuno negare, che essendoci venuta schietta c sincera l'antica maniera di scrivere , sebbene sia alcun poco mutata la pronuncia , ciò a Lanto non basta, perchè quesla nobilissima lingua, quasi vecchia imbeci lle e fastidiosa, si debba riget tare e sprezzare. Ricordino essere quella stessa , che uu giorno colle armi e coi t•·ionfi romani suonò degna di quel grande impero : quella , che per eleganza, per facondia, per bellezza può contendere il van·

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