N. Corsini; C. Matteucci - Due lettere d'illustri toscani sulle cose presenti

DUE PAROl.E DA POVERI PREMESSE A DUE LETTERE DI SIGNORI. Dev'essere, dicono, rivoluzione civile; deve oprarsi cioè dall'opinione liberamente e legalmente manifestata. E fino ad un certo tempo abbinmo camminato per quella via; ma dal sequestro del Barbera in poi, il governo, a detta perfino di quasi tutti gli avvocali nostri, n'è uscito, e si è messo nella via criminale, o delittuosa cue dir si voglia. E poi, non contento di quella scappata, ci ha impedito ogni pat:ola sull'argomento che più c' interessa: basta dire che perfino il gioroale più innoc~nte di tutti, Le Letture di famiglia, che ogni mese dava a' suoi associati le notizie, anzich'è no stantie, delle cose successe in questo mondo nel corso di trenta giorni, ha dovuto mettersi, non dico la mordacchia, giacchè non è m'ai stato mordace, ma il bavaglio, e tacere. . . Ora dunque come si fa a manifestare legalmente l'opinione? È vero che il 'governo ci ha dalo, come dicevo, l'esempio del mettersi fuori della legge; è .vero che i due documenti cbe qui vedete stampati, sono sc~itti da due persone moderatissime, e di perfetto garbo, ma pure l'atto di pubblicarli è criminoso. Ed io lo commetto, ma quasi m1o malgrado.

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