N. Corsini; C. Matteucci - Due lettere d'illustri toscani sulle cose presenti

-19paese al disordine, la dinastia granducale alla impopolarità, e forse anche (Dio non lo voglia!) a mali maggiori, e che l'accostarsi alla politica franco-piemontese conduce all' opposto alla conservazione dell'ordine ed alla consolidazione della dinastia, che sono i due soli punti che mi sono prefisso fino da principio di considerare. Chiuderò con una sentenza che qualche pedante potrà disapprovare, ma che io sento profondamente. Io non ho mai impugnato che i principi regnino per la grazia di Dio, perché tutto ciò che in questo mondo avviene ba da Lui la sua origine, ma credo allresì che Iddio, nell' affidare ai principi il governo dei popoli, abbia imposto loro il dovere di governarli a seconda dei loro bisogni, della loro indole , delle loro oneste tendenze e della geografica posizione, e non già secondo l' interesse di una potenza straniera. Accolga queste poche riflessioni da un uomo, che suo collega un giorno, si è da lei separato senza mescolare alla diversità delle opinioni alcuna personale ostilità, da un uomo la di cui condotta è sempre stata informata da un principio, cioè da quello di tenersi più che fosse possibile in disparte, ma (venuto il momento dell' azione ) di agire leal· mente a viso scoperto , senza codazzo di partigiani , ma presentandosi solo a chi ha in mano il potere per dirgli con franchezza il suo parere anco a costo di dispiacergli. Nel vergare queste poche carte io, lo ripeto, cedo ad un impulso prepotente della mia coscienza , alla quale sono pago di avere soddisfatto rilasciando alla sua mente illumi · nata il valutare qual peso possono meritare le mie idee. Permetta fratta n lo all' antico collega di ripelersi sinceramente. Firenze, 18 Mar~o 1859. Suo obbligatissimo servitore ed amico N. CORSINI. (Dalla Gazzetta Piemontese.) '

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==