N. Corsini; C. Matteucci - Due lettere d'illustri toscani sulle cose presenti

-12mo ardì pronunziare all'orecchio dell' aècigliato Sovrano la parola Costituzione , e non ba guari gli diede colla seguente lettera quel consiglio, che seguìto a tempo avrebbe potuto salvare la dinastia operando il bene vero, e riguadagnanùo l'amore del paese; leggete quindi le parole dell'uomo quanto illustre per la scienza, altrettanto rispettabile per la condotta, che sebbene pagato dal Governo, e del Governo amico, pubblica la parola che al Governo non può piacere: documenti ambedue tanto più notabili ed efficaci, quanto più son moderati. e di autorevole provenienza. Vi darò in seguito qualche altra coserella, molto più che frequentando ad intimità quei codini che lutto sanno, e molto fanno, potrei dirvene delle belle, se non temessi di compromettere me stesso ed altrui. Ove però alcuno qui mi dicesse : Perchè non parli alla bella libera, sta·mpando if tuo nome e cognome ? Ecco la mia risposta : Colla pensione vivo, e colla pensione campo onoratamente la famiglia; cessa a un tratto il sedici, e la pentola non bolle più.- Ora, volete il confessore? eccolo ; volete il martire? venga il bisogno, son qui ; ma nè mi crederò mai permesso di star cheto quando mi senta bollire nel cuore qualche utile, e opportuna verità; nè mi andrò mai ad esporre ove non sia necessario, nè mai reciterò la parte del martire io guanti gialli. - L'Editore.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==