Carlo Cattaneo - Terre italiane

.,, I ( popoli liberi sfann·o 'in pace di dentro e di fuori. L'alleato taciturno, quando ci vide da presso, si. lasciò sfuggire innanzi a noi una splendida verità; tradì la rigorosa ragione di stato gettandoci, benchè pur troppo invano, un sapiente consiglio: « Siate soldàti ;' un giorno sarete citta-. dini I » E. noi abbiam preferito es ere cittadini; abbiamo preferito. alla operosa milizia le annessi~ni, alle carabine le ghirlande sempre fresche e gli inestinguibili lampi<;mi.E ci vantiamo ogni dì d'aver questa volta stupefatto le genti col nostro senno. · · Alcuni mesi prima della guerra, quando gli', amici di Garibaldi vennero a farmi invito d~ac1 clamar seco loro yn re di tutta l'Italia : « Amici, ho risposto, avremo un alleato più. potente di noi: sapete voi se sarà contento di ciò che dite? Voi non potete dispor-re dei frutti' della vittoria senza il compagno: Voi siete. soldati; gridate viva l'Italia, .viva la Francia; fate la guerra·; non fate la politica; ricordatevi che nel 1848 la fusione ci costò dieci anni di miserie. L'alleanza francese non può essere più che la ricostruzionemilitare dell'Italia I Fatevi soldati ad 'ogni. patto.» E un'Italia miÌitare sarebbe già un gran fa_tto in Europa. Questo è l'abisso incommensurabile che divide la politica dei Napoleoni da quella degli arciduchi. L'Austria ha sempre studiato di disonorarci,

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