Carlo Cattaneo - Terre italiane

35 battaglia d' Azio;" gli Istriani in uno a' Veneti sgominarono presso la punta di Salvore la flotta imperiale capitanata da un figlio del Bar• barossa. Fu un istriano, il Gavardo, quegli che nel 1336, sulla galea di Capodistria, scalò primo le mura di Candia; e quegli, Giovanni de-Castro, che si coperse .di gloria nella battaglia di Lepanto; e quegli, Biaggio Giuliani, che nel 1644, nel forte di san Teod!)rO; appiccò il fuoco alla polveriera, seppellendo - novello Micca - sè e i suoi compagni sotto le rovine. Una gente che annovera di tali uomini ha diritto, hà debito di mo!· to sperare e di fortemente volere le proprie speranze. Poco dissimile sul principio, benchè alquanto diversa poi, è la storia di Trieste. Da municipio romano surse a comune italico e quindi àd importantissima città commerciale. « Nel Medio Evo - scrive l'opuscolo - Trieste aveva una vita simile a quella delle altre città autonome dell'Italia; cioè una libertà quasi assoluta, sotto però ad una sovranità nominale del sacro romano Impero. Essa poi si trova in una perpetua lotta coi vicini, come tutte le piccole repubbliche e communità di allora. Trieste si trovava in una con- ' dizione tanto più difficile, che essendo situata in capo al golfo, essa era per così dire l'ultima città del Friuli e la prima dell'Istria, e nella lotta fra i patriarchi sovr,ani di Aquileja e la repubblica

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