Carlo Cattaneo - Terre italiane

de e inconcussa conferma quelle dimostrazioni sono fittizie e impotenti, perocchè non esprimono i gagliardi e longanimi propositi di più epoche e più generazioni; ma quando la generazione pre · sente soffre e combatte per una fede che succhiò col latte materno, quella fede non muore, come non muore nel figlio la reverenza e l~1ffetto verso la madre sua. Così si crede, così si spera e si. aspetta nell'Istria; nell'Istria che divise con Venezia la storia de' secoli andati ed oggi ne di- . yide tutti gli affetti e tuttl i dolori. Parie fino a ieri derisione che l'Italia avessè confini sì chiaramente e formidabilmente tracciati dalla mano della natura. Il nucleo alpino dell'Istria, spingendo al sud i nionti della Caldera, manda al nord'..ovest i monti della Vena fino a Duino, sul golfo di. Trieste, e costituisce la Porta orientale della nostra penisola. Di là la Slavia, di là Fiume: di qua l'Italia, di qua Trieste. Questo nucleo, quasi temendo le interessate confusioni de' confini, tuÙo quanto abbraccia e recinge il golfo adriatico rimpetto Ve· nezia, e munisce il Friuli e il Veneto di un·nuovo. baluarpo, e completa e rafforza quello eh.esovra. Trieste e Udine leva le sue punte di q1.1arzoe di ghiaccio. Un marè italico l:}agnaquel n"t1cleog, iacèhè f' Adriatico fu lungamente e sarà lago italiano. « Chi lo naviga - osserva l'opuscolo - e muove verso l'estrema punta dell'Istria, e guarda alle due Biblioteca G1 9 81a cç> ;

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