Carlo Boncompagni di Mombello - Il ministero Rattazzi e il parlamento

57 memorie. Sopravvenne il ministero R<lltazzi. Parmi avere dimostrato che l'autorità morale del governo non si rinvigorisse. Non si rinvigorì l'autorità morale del Parlamento, della rappresentanza nazionale della maggioranza, allora scissa in due. Anche qui mi asterrò dal ricercare chi avesse torto o f(l gionc in questa scissione. Mi piace lJÌÙ notare che la scissione non fu cagionata da dissenso su alcun punto importante di politica, ma da una questione di opportuni là, cioè, se nelle contingenze d,allora conrenisse o no appoggiare il ministero. Che se fra le persone che componevano quella m<lggioranza non dura l' accordo quotidiano sul modo di governarsi in Parlamento, dura pure il consenso fondato .sulla fede comune nelle libertà costituzionali definite dallo statuto : che tanto gli uni, quanto gli altri sono doienti (o almeno, lo credo) che sia scissa la grande maggioranza costituzionale. Ora il ministero ha in sè tanta autorità morale che supplisca a quella che dovrebbe trarre dalla rappresentanza della nazione, e che questa non può aYere in finc hè rimane divisa? Un'autorità cosi fatta non l'ebbe mai ii conte Cavour. Egli trovò sempre tutta la par te liberale e costituzionale del Parlamento concorde aà appoggiarlo , ma sapeva egli che se questo appoggio gli fosse mancato, il pres tigio del suo nome non sarebbe ba~tato a mant enerlo in seggio e si sarebbe dimesso. E dun·· que da desiderare che la rappresentanza nazionale ricuperi l'autorità morale che ora le manca, nè pnò ottener ciò se non ricomponendo un'altra volta l'antica ma ggioranza ora divisa. Può farsi in due

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