Ettore Vollo - Maurizio Quadrio

- 40 - uscito appena dalle scuole ave l e storie di Roma e dei nostri municipi mi avevano dato un'idea dell ' I talia~ e della Repubblica. Il principe mi insegnò ben tos lo, anch'egli, quanta fede mer itino i pari suoi. Tradendo la rivoluzione, disertava sotto le tende austriache, pu~?nava, qual r egio volontario, contro la r ivoluzione spagnuola, e salito al trono mandava al patibolo quanti patrioti avevano sperato che il r e avrebbe volontà e forza di mantenere le antiche promesse del principe . Nel mio lungo pellegrinaggio, raccohi in !spagna, in Francia, in Polonia, lo stesso insegnamento. E l'Italia aveva imparato a proprie spese qual conto fare dei principi e delle classi pri vil egiate , nei tentativi del Centro, JJ.l 1831 al 1845. E tuttavia la prova si rinnovava nel 1848 in tutta Italia, e io vi assisteva in Lombardia. Io non ero più l'imberbe e inesperto giovinetto del 1821: ero già barba grigia, e inYecchiato nella scuola dell 'esperienza delle rh•oluzioni e dei principi. Mi ri cordava dell 821, del 'l'rocadero e del regno cupo e sanguinoso del re Carignano. Sapeva che nel 18<16 em l'all eato dci Gesuiti e del SonderbundsviZZBI'o; .saJJevo che, per due volte, aveva respinto i messaggeri delle barricate lombarde, chiedenti soccorso a quel r e, pel quale fu poi inventato

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