Ettore Vollo - Maurizio Quadrio

- 123 - - E le bozze me le COlTeggeva la mia amante. Tosto la larga ri sata che, d'ogni patte, tenne dietro all e sue parol e, lo re.~e accorto di averla fatta grossa, per il che, arrol-isendo come un fanciullo, si turava 1.\ bocca, desolatissimo dell'errore. - Un altro anedotto di qu eì me.si, che rileva tutta la delicatezza del suo animo gentil e. - In compagnia di alcuni amici s'era r ecato ad un pranzetto domenical e , in u.na trattoria fuori di porta S. Pancrazio. l vi, a un tavolo accanto, sedevano due polacchi , i quali, nella confidenza di non essere compresi, parlavano nel loro iùioma, a "!Oca alta, di cose intime. Costretto cosl ad apprendere i loro segreti, Quadrio non sapeva darsi pace: tossiv3., si agitava irrequie.. tamente, per attirare la loro attenzione. Pur, alla fin e, colto il destro di certo malinteso sori<> tra essi e il cameriere, con un gran sospiro di soddisfazion e egli intervenne, parlando polacco: e così potè metterli sull'av\·iso, e riacquistare la sua tranquillità consueta. - A questi due e a quelli già narrati nel corso di queste pagine, aggiungiamo, seguitando, alcuni altri episodi e alcuni detti memorabili che si riferiscono a vari periodi di quella vita avventurosa, - e ciò non ad argomento di futili

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