Paolo Costa - Dell'arte poetica

PRIMO Di quella cantilena , che ricorda Del salmeggiar la noiosa cadenza. O fortunato chi il pieghevol verso 7 V aie a dedur dal grave al molle suono , Dal se:vero al giocondo ! i costui carmi Andran per tutto des'iati e cari. Tu che l' umili cose a dire imprendi , Fuggi i modi plebei ; perocchè vanta Anco il parlare umìl sua nobilezza. Qual che tu sia, o comico poeta O pastoral , sarai pulito e terso ; Ma non sì eh' ogni tuo detto ricordi La lucerna del Cesari. Si ammira L'arte industre che i ritmi e i metri adopra Convenienti ai suoi subbietti, e varia Al vari'ar della materia i suoni. Suona · Megera la tartarea tromba ? Le vocali coll' aspre consonanti Tu accoppia sì che tuoni un suon di guerra. Rimugga l'armonia colla tempesta , Fugga via velocissima co' venti, E lenta lenta col ruscel s' avvii. Tanto può l' arte : il suo poter ti valga , Ma sì che ne' tuoi versi la natura Sola si mostri. L' emula di lei Stiasi nascosta, o le incantate selve E i palagi incantati in fumo andranno. Dopo la lunga notte d' ignoranza

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