Paolo Costa - Dell'arte poetica

PRIMO . Che il Tebro trionfale in dotti E a dì più tardi udia la regal In pria dirò che alle favelle D' armoniosi numeri feconde • carmt, Senna. antiche Uopo non Ìu , per allettar col verso l difficili orecchi , usar de' suoni Tronchi , che manda dagli opposti spechi Colei che amor converse in voce ignuda. A noi giova la rima, e sempre apporta All'anima diletto e maraviglia, Se nata col pensier spontaneo loco Prende nel verso ; ingrata cura e folle Se in voci vane è posta o giace a forza Nella sede non sua. Saggio poeta Abbia le rime ubbidienti , e . a quelle Unqua non pieghi e serva. Avvi taluno, II qual duhbiando di strisciare a terra, Se scrive com' altr' uom , concetti e rime Pesca a torbide fonti. II brutto esempio Die' . di tal colpa Italia , e di lei rise L' invida Gallia; ed or l'Italia ride De' gallici po~ti , che sull" Alpe Lasciano il nome dell' eroe , che vinse L' arduo cammin per visitar l' Eterno Nell' antiporto del beato Empiro. (-2) Abbi tu a guida la ragione , e pensa Che mille sono d eli' error le vie , Una quella del vero. _t\ Itri è sì preso· ' •

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