Paolo Costa - Dell'arte poetica

4 SERMONE Chi fiacche ha l' ali , e di . volar s' affanna , Precipita alla valle, augel deriso. Allo stolto desio di tesser rime Non date ascolto voi che appo i futuri Cercate fama. Lungo tempo in pria Esplorate le forze , e se divina Virtù non hanno, alle scienze, all'arti Rivolgete l ' ingegno, e la fatica. V' ha chi di Tirsi e Melibeo cantando Colla zampogna umìl rallegra i boschi ; Chi della lira al suon fervide note Accorda ; chi figura in su la scena Le umane sorti, le virtù e le colpe. Chi l' armi canta , e il no m è degli eroi Manda ai futuri: sì diversamente So n compartiti ali' uom doni celesti ; Ma al fondamento che natura pone L' ti o m di rado tien mente , ond' è che spesso Per vietati sentier cieco si caccia. Gianni, che per le sale e per le piazze D ' . . l ' d' o Improvviso cantane o, a se Intorno Udiva un snon di mani , e un gridar alto Del fa v or delle genti, i fischi e l'ire Udì d'Italia allor che follemente Ghermì l'epica tromba a cantare oso Con rauco verso audaci imprese ecl artni. O pochi eletti spiriti , che amati Foste da Giove , udite : Ecco le leggi /

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