Paolo Costa - Dell'arte poetica

97 . . u on1ini dottissimi, egli dice , l'hanno contrad· detto . Vi ha chi pensa che per un giro di\ sole s'intenda quel tetnpo che il sole è visibile. ' Lo Scaligero determina il giro del sole a sei ore, o ad otto al più; e il Castelvetro, più rigido di tutti, non vuole che il tempo dell' azion teatrale supposto dal poeta ecceda d'un istante quello della t·appresentazione. A queste rigorose sentenze sono guidati costoro dal timore che hanno di Lngliere J' iJlusione. ·vanissimo timore egli è questo, perocchè nasce da un falso supposto. Il poeta nòn intende ad illudere, cioè a fare che il finto siconfonda col vero, ma ad imitare, cioè a compor favolt! simili al vero. Se il verisimile .avesse tutte · le qualità e le circostanze del vero , cambierebbe· natura e diverrebbe il vero medesimo, e lo spet· latore non avrebbe il diletto della imitazione,. anzi spesso avrebbe il dolore che apportano i tristi casi veduti nel vero. Chi imita finge co5tumi, affetti e casi vari i , e con queste cose finge aneh e' il ternpo in che i detti casi si succedono. Se fosse· costretto a fingere un tempo eguale a quello, che· realmente passa pe~ lo spettatore, non potrebbe ordire nè Commedia, nè Tragedia, perchè non è verisimile che in tre ore accadano quelle co'se che sooo qecessaric ad annodare o a sciogliere una favol3. E dunque di necessi[à ch'egli finga il tempo dell'azione molto maggiore del tempo reale, e l'esperienza mostra che 1' arte è V3levole a produrre maravigliosamente una sì fatta finzione. Come il dipintore in una tela di pochi palmi, colorando montagne o altro, apre all'occhio del riguardante uno spazio grandissimo, così lo scenico poeta nel breve tempo che lo spettatore sta in teatro gli figura il lungo durare di un'azione, e questa fin .. zione è volentieri ricevuta da tutti.

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