Paolo Costa - Dell'arte poetica

SERMONE Già cari ai padri nostri : oggi si stanno Fra l ' ombra densa del Parnaso ignoti. Molto a doler non è di ciò , ma grave J attura è che la satira si taccia Or che non di saelta, ma di spiedo Uopo sarebbe contro al borioso Secolo ! Ahi c1uanto pesami che fioca Sia, la mia voce a ragionar di lei ! E fama che per monti e per foreste La prima gente muto gregge e turpe Errasse ignuda: che per far sue voglie L'un combattesse l'altro, in pria coll' ugne , Poi con mazze nodose , indi con ferri Che l' arte fabbricò. Venne poi tempo Che .del pensier_o , e degli interni affetti La parola fu segno: allor le zuffe Cessaron: le ciuà surser munite Di fosso e di muraglia , e patti , e leggi Fur poste , .e le rapine , e gli omicidii Frenò timor d' esigi io , di ca tena , E di mannaia: Qual timore ai vizii, Che in ispessezza vincono le gravi Colpe ? Forse dirai : dell" Acheronte Il minacciar, l' anguicrinito, e truce ...t\spetto delle Eumenidi : codesto Giovò; ma ·venne tempo che rnaligno L' uom fra sè disse : alla tarda vecchiezza Altro sarò da quel eh' io son : mi giova

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