Paolo Costa - Dell'arte poetica

SECONDO 21 Narciso ? 'r ~nce palliò un corridore ? Ecco sonelti, ecco sonetti a jesa. o maladetta rabbia delle vuote Rime ! quando fia mai che ti riceva Fra le favelle orribili P Inferno ! O dotto Navager , ( 4) che inesorabile Alle fiamme dannavi i versi acuti Di Marz'iale , non sdegnar se lodo 0r gli epigrammi. Un pellegrin concetto, Ùn motto acuto il vizio morde e taglia Meglio , ed eccita il riso , e fa sovente Lampeggiar la virtude , e la bellezza. o tu che ad opra tal volgi r ingegno _..\.bbiti eletto stil ; rime -leggiadre ~ciegli, e pensa che un punto in picciol corpo E · larga macchia. Cautamente evita Lo scherzai· sulJe voci , e Laura al lauro Non somigliar. Delle acutezze vaga Fu pazzamente Italia un tempo, e fece Risonarne il teatro , il foro , il tempio ; Di queste oggi si ride , e cieca segue Altre del par risibili follìe , Poichè, lasciati il 1,ebro e r J.t\.rno, attinge All' acque del Tan1igi e della Senna. D'appresso all'epigramma in veste lieta Semplice e monda , e senza fasto , cinti Di freschi fiori , e d' affrodisio mirto Veniano i madrigali , e le ballate

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