Paolo Costa - Dell'arte poetica

18 SERMONE Fe' risonar di numeri soavi lnfra ]e tazze, d'emular poi crede Pindaro immenso : le incerate penne Spiega ed imita il volo di colui Che died~ ruinahdo il nome all'acque. Di corde ai Toschi ignote arma la cetra L'audace Guidi, e immenso corso imprende; Ma i suoi cento destrier con penne eterne ( 2) A mezzo del cammin perclon la foga. Fulvio , che bebbe di Blandusia al fonte , Manda nubi di fu1no e poca luce. Pindaro è regal fiume , che sul dorso Sostien le ricche ·navi , e che correndo Per ampio letto va superbo al mare. Nell' alto '!,empio della fama appeso Sta il costui serto ancora. ltali ingegni Ergete i vanni al glorioso acquisto. Qui Nebulon , che alle straniere mense Nudrì }"> ingegno, bieco mi sogguarda E vuoi che d" ogni fren libero corra rindarico poeta. La bellezza E tal , costui mi grida , che ai giudizi Della fredda ragion non va soggettaChi fia giudice dunque ? - II sentimentoMa di che gente ? - Di c1uanti hanno sensi Non viz!ati - Se dinanzi agli occhi ' Del Toschi o del Giordani (3) una figura Dipinta io pongo ; avrò dunque da loro ,.

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