Paolo Costa - Dell'arte poetica

SECO~DO 17 ~resse il suo · freddo carme, ed arde ed a1ge , E vede in due begli occhi un chiaro fuoco Rimaner dopo lui pien di faville. Queste parole fur soavi e care Nella voce di lui che veramente Ardendo impietosì le valli e i monti ; \Oggi sui · labbri tuoi ghiaccio son fatte , Cantor serviie d' elegia bugiarda. Splendida più che l' elegia s' innalza L' ode , che al par deli' altra gli amorosi Sdegni canta , e le paci, e i vini allegri; Ma più spesso le palme e le corone Colte nella palestra ; degli eroi Le gravi imprese , e dei -scettrati regi Le leggi e l' armi : o con robuste penne Arditamente al ciel volando esalta La gloria degli eterni. Un volto solo L'ode non ha : volubile e bizzarra Par che cammini senza legge: finge 1Vlirar talvolta a un segno, e a un altro intende. Biasmo eterno a colui che a misurati Passi nell'ode sua timidamente Procede , o magro istorico , o sottile Loico, o loquace tumido oratore. Del Filica ja le canzoni io lascio ., E leggo Tullio. L'ardimento ancora In chi manca di nervi emmi a dispetto : Il Savonese , che la ~re ja lira

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