Paolo Costa - Dell'arte poetica

16 SERMONE ~lovemi a riso~ Mi rido di Silvia , Che in su le scene lezi'osa e fredda Esclama : « S' e i moria per la mia morte , Dee per la vita mia. restare in vita (l). Havvi all'incontro alcun che scrupolos<> Seguace di natura a' suoi pastori Pon sulle labbra un favellar villano Tal che se Clori, o Fillide ragiona , La Ciutazza ricordi. lnfra due scogli Sta la difficil via che tiene il casto Pastor di Siracusa e quel eli 1\fanto : T ' insegnano costor come dei campi Senza viltà si canti e senza fasto ; Come si pianga in pastoral lamento Adone e Daini, e come la silvestre . ' Canna , maggior di sè , senza rigoglio , Dell ' orecchio dei Consoli sia degna • Più dignitosa dell' idilio incede Ma "·non superba la mesta elegia. Sparsa le lunghe chiome in veste negra Or plora appo le tombe : or degli amanti I lunghi lutti esprime e il gioir breve: Or coronata di virginee rose Canta un labbro vermiglio, un aureo crine. Piangi tu stesso in pria , se vuoi eh ' io pianga.. Se vero duol , se amor non senti in petto Di seguir l' elegia t' atianni indarno. Noioso è il rima.tor che d'altrui detti - . --

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