I volontari nel Tirolo

1 volontari nel Tirolo vedemmo in sulla riva bei filari di case, e gridammo tutti contenti: Ecco Salò! Ma Salò non era pil). l'obbiettivo della nostra marcia: camminammo ancora un paio di miglia su per de' greppi, perdemmo Ja vista del lago e della bella città che parea si bagnasse nelle sue acque, e stanchi, sudati, mort.1fìcati, dopo dieci o undici ore di oammino, entrammo nel paese di Sa~ Felice. Ci messero in un podere, e benchè fosse mezzogiorno sonato e il sole picchiasse a perpendicolo,-ci sdraiammo sulla nuda ter:ra: non se ne poteva proprio più! Ad ognt modo, avevamo sentito come fosse modulata !'.armonia delle gr-anate, avevamo veduto le bocche dei cannoni che tiravano sopra di noi, ci sentivamo battezzati" al fuoco. Lo sdegao che si provava dj non aver potuto rendere agli austriaci pan per focaccia, taceva desiderare più che mai un incontro in campo aperto coi reggimenti nemici. Non passarono molti giorni, e l'incontro venne anche per noi; ma se avete, o lettori,. la pazienza di seguitarrr-.i, per quel giorno .avrò da raccontarvene delle belle. San B,elice è paese piacente: ba qualcosa del patriarcale: v'è un Sindaco ed un uffizio di posta jn combutta fra loro nella medesima casa, talchè i francobolli si andavano a comprare nella stanza dove il Sindaco amministrava le cose del Comune; v'è un caffè con qualche tavolino a quattro gambe, un parrucchiere che tiene bottega a mezzo con una vecchia che tesse, v'è anche un tabaccaio che vende sigari, pane, burro, e carne cotta, e perchè G\Vea due figliuole belle come due occhi di sole, i garibaldini facevano alle spinte per entrar dentro a comprare qualcosa. Bisognava p.ensare spesso a trovarsi da mangiare da noj, ·ma il guaio è che in San Felice non usano le l'et.. tole. Andavamo dunque ·nelle case della povera gente a farsi imprestare H cammino. ci mettevamo jn fila ognuno • con la roba cruda in mano, e si dava fuoco ~.lle legna. Era un ridere. Andava uno con le mani piene di pescialini e con una porzione di lardo, e buttando ogni cosa nella padella faceva arrosolir la frittura: poi entrava un altro col tegamino ·delle uova, poi un terzo con un pezzttto di carne da fare arrostire, il quarto con belle tar · ghe di polenta da friggere sulla gratella. La corifusi~ne doveva esser molta di per sè, e noi la crescevamo sp1n-

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