I volontari nel Tirolo

l 32 Biblioteca Pat?"iottzca I fasci dei fucili non v'erano più, vedevo i garibaldini armati correre alla rint'usa verso il fiume, e guide a eavallo che votavano via co1ne saette in varie direzioni. A far più animata la scena si sentivauo frequenti e concit ati i suoni di tromba. « All'erta, giovinotti ! » gridai agli altri t fe che avevano scodBllato le patate in un grande asciugamano, e si disponevano a maogiarle. « Bisogna -. andar via, i nostri compagni corrono a battersi. » Balzarono in piedi, dimenticando la colazione. Io presi per le quattro cocehe rasciugamano, m'affibbiai alla cintura la gamella che scottava ancora, e col fagotto fumante in sulle spalle (mi piangeva il cuore a lasciarlo) corsi a prendere il mio fucile. · Le fueilate si distinguevano vicinissime, crescevano ad ogni istante. « Se Dio vuole, ci siamò ! » gridai · ai tre commensali senza colazione. -«Coraggio e avanti. Mangeremo più ta1'di. » Venimmo sulla strada maestra, e ci abbattemmo faccia a faccia col colonnello Nicotera circondato dalle guide, che dal suo ~avallo gridava ai sopravvegnenti: .« Passate il fiume! pass ate il fiume l Fatevi animo, figliuoli, e ricacc iate indietro il croato!. .. E tu costì cosa fai~ Che roba è quella~ » Quest'ultime domande veni"ano proprio a me. Non risposi verbo, ma giunto correndo a due p-assi dal colonnello, lasciai andare tre cocche dell'asciugamano, e le bollenti patate (potevano essere sei o sette l1bbre) andarono ruzzolando e fumando tra le gambe ai cavalli. In altra occasione 1ni sarebbe toccato un bel rabbuffo; ma \ io, senza cura1·mi del colonello, seguitai a corsa i compagni. Nessuno riflettè allora quanto fosse stolto t3 pe-ricoloso l'ordine di passare il fiume; un fiume che non conosceva·mo, che ci saremmo trovato alle spaUe in caso di ritirata, e .che volgeva rapidissime e minacciose le sue acque. Quelli però non erano i momenti di ragionare. Quando si sentono le fucilate bis'ogna obbedir sempre, anche se l 'ordine ci vien dato dal barone Nicotera, che è tutto dire. Entrammo dunque nell'acqu-a aila disperata, e _ci arrivava in m·olti punti fino alla gola. . Fu un momentaccio. Il letto del fiume lo sentivamo irto di scogli e dì grandi sassi ineguali, sicché perduto l'equilibrio molti and3van o giù colla faccia in avanti. Altri, con mezza la testa sot1' acqua, facevano sforzi per risalire a ga.lla, mandavano

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