I volontari nel Tirolo

20 Biblioteca Patriottica din.i, giacchè appunto in quel giorno vi s 'erano raccolti var i réggimenti. ·Accampavamo nei poderJ, e non potrò mai dimenticare ona scooa singolarjssima che m'occorse di vedere. PI--esso a uno di cotesti poderi v'era un campo destinato per cimitero; ma in que' paesi là non si sep· pellisce come da noi. Io ~corsi infatti dei lnnghi mur~, nei quali era. oo simmet ricamente tagliate, e assoprelJate l'una all 'altra, buche tant o grandi qu'anto bastassero :t contenere un uomo disteso. J\Ii davano l'idea in grande degli gcaffali, che si veggono alle finestre dei di '1tributori delle lettere alla Posta. Or bene, siccome coteste buche erano per la massima par·te vuote e scopèrte, i gariba.ldini industr1osi se n·erano. fatto un letto corhodissimo. Alcuni, quando vi giunsi io, accoccolati là dentro dormivano già, e parevano cadaveri tutti insanguinati; a ltri vJ s'erano appoEaiati alla meglio e fu~avano tranquillan1et1te, canterellando rispetti e canzoni; altri poi, con un candelotto acceso, ci avevano portato un litro di viho, del pane ~ del salame~ e gridavano che erano morti ma che Fappetito li aveva ' risuscitat.i, e intanto raccontavano ·mille cose bizzarre del mondo di là, a cui rispondév0no · bestemmiando i dormien t ~i del piano superiore o del pìano di sotto. Qua~cheduno poi, messosi bocconi è ·rtschiarato da un lumicino, scriveva ur1a lettera, forse alla mamma, fors'anche ai t'innamoròta ; nè avrà dimenticato di dire . che la seiiveva di dentro a una fos~a mortuarja. Se fosse capitato là. un redivivo Meyerbeer, ci avrebbe senza alcun dubbio trov~to l'ispirazione ad una sinfonia, per bt evocazione delle anime dei trapassati. · . Ci rimettemmo Ja stessa notte in cammino.. Noi della 24.ma compagnia ~arciava.mo alla retroguardia con i carri dell 'Intendenza, ma i carrettieri avévano un bel picchiare le povere bestie : non a q endo mangiato in tutto il giorno per i mancati foraggi, non volevano camm.i nare una saetta. Bisognò, giunti ad un paese, me.ttersi a requisii·e cavalli. Ma dalle case a cui andavamo a picchiare coi ca lcl del fucile, ci rispondevano bestemmiando in gergo che cavall: non ne tenevano ; e noi, per slnce~ rarSi, andavamo agli usci dE Ile rimesse e li aprivamo senza bisogno di chiave. Le rimesse erano vuote. Il nostro tenente pensò ehe <X doveva essere un prete, e · che lui ci avrebbe fatto la spia dove erano i eavalli. Piel l

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