Memorie di un garibaldino

·"\ 62 ]jiblioteca l?atriottioa nivano ai nostri superiori, non dovevamo passare. una notte senza scontri terribili e sanguinosi. Or beue, 10 me ne stava seduto con le gambe incroCJate e col fucile tra le gambe, e guardavo insù a quella miriade di stelle che scintillavano nel cupo azzurro del cielo, navjgando con la fantasia dietro a que' mondi ignoti e lum'nosi; quando - un rumore leggero, come di foglie calpestate con pre-, cauzione, mi fece rizzare di botto e tendere attentissimo l'orecchio. Potevo essermi ingannato, e non volevo ripe· tere la vecchia storia di un falso allarme : ma il rumore continuava, e parea di persona che camminasse al basso di quel poggetto. Mi stropiccio gli occhi, non vedo nulla: senti v o bensì le solite pedate. .Alzo il cane del fucile, e sto attendendo qualche minuto secondo. Ma l'altra sentinella, collocata a cinquanta passi dal mio posto, sembra sentisse ella pure cotesto sospetto rumore, perchè gridò con voce tonante: Alto ! chi va là ! · Nessuna risposta. Soltanto il rumore si facea più distinto, e parevano i passi d'uno che cercasse di affrettare il cammino. . Gridai anch'io H ch1~ va là! e abbassavo la canna del fucile per esser pronto a far f1oco; ma in questo mentre l'altra sentinella, verso la quale parevano indirizzati i passi, dopo aver ripetuto inntilmente quel grido, capì che nun c'era tempo da perdere. Vidi un lampo rapidissimo, sentii partire la botta, che ruppe bruscamente H silenzio della campagna e si ripetè negli echi del monte. Un grido lamentoso rispose alla fucilata: il colpo era stato bene dgg:ustato. Ci slanciammo giù per la china io ed. il mio compagno, e dietro a noi c~orse tutto il picchetto destato d'improvviso al rnmora, immaginando arrivati .i tedeschi. Andammo da quella parte dove era stata sentita la voce. e facendoci strada fra le siepi, arrivammo in un istante a sco-prire il ferito .... Ci guard!-lmmo trasecolati in faccia gli uni con gli altri : avevamo mortalmente ferito un puvero cane! Potete imma1inarvi con che risa di scherno fosse salutato l'autore di quel colpo. Ma costui, che sapevo essera di San Friano puro sangue, rispondeva imperturbato : « Icchè? Gli era un cane . ma se fosse stato un tedesco tanto peggio per lui, l'avrei conciato benino e ..

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