Memorie di un garibaldino

,., Memorie di u1~ Garibaldino 55 del vento, e le nuvolacce che ingombravano il cielo camminavano lente e in bell'ordine verso la punta di Limone, come gli avanzi d'un esercito vittorioso che s'incammina ai quartieri. Le c1me altissime dei monti al dt là delle a eque s'1hcoronavano ancora dei vapori notturni, ma il sole già comine1ava a squagliarli, sicchè assottigliandosi a mano a mano diventavano strisci e ineguali di nebbia, che ora s'alzavano ora s'abbassavano come colonne di fumo. Il sole di giugno iliuminava la parte in- , feriore dei monti, che apparivano alfocchio scoscesi, dirupati, e starei per dire selvaggi, tutt'altra cosa dalle nostre montagnole toscane dove fioriscono l'olivo e la v1te, e germogliano rigogliose le spiche. Una frotta di barche si era ricoverata nel piccolo porto di Desen?.ano, e di lì a mezz'ora, cessata ,quasi affatto la stizza del lago, entrammo in quelle barchette, e dilungatici alquanto dalla riva potemmo vedere tutte le bellezze di quell'incantevole paese. Io ed alcuni miei compagni volemmo bagnarci, e trovammo l'acqua fred~ dissima e il fondo sterminato. Rìsahmmo presto in barca, perché i nostri coudutto.ri guardavano con una certa in- . q uietudine alla riva oppostat di dove temevamo vedersi spiccare alcuna delle cannoniere austJ·iache. Mi ricordai a~lora che s'avvicinava il momento della mia fazione, e · rientrai in paese, per i soli~i viottoli mi ric-ondussi alla chetichella al mio posto di guardia. Nessuno s'era potuto accorgere della mia assenza, e ne presi coragg1o per quelle nuove mancanze che in segui to mi potessero occorrere. T.re piccoli pani, della grossezza di quelli che danno i preti per benedizione a certe ricorrenze, un pezzettino di formaggio che sapeva di trappola lontano un miglio, e puche dita di vino sceileratissimo formavano il rancio di quel giorno. Serbai le provvigioni per la sera, e rientrai in faz1one. A centò passi da me un'altra sentinella, non curandosi di ciò che potesse accadere all'intorno, s'era sdraiata per terra e pareva leggesse attentamente un libro. « Ehi, • sentinella! » gridai dal mio posto: « debbo andare ~ prenderti una sedia ? » Quegli si voltò ridend<?, e, « In ·verità » disse, « m'ero diment icato della faziç>ne con questo bel romanzo di Victor f-Iugo: I Lavor_ator-i del Mare. Se lo vuoi leggere, te lo pre-sterò più tardi. »

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==