Memorie di un garibaldino

. ' Me1norie di un Ga1f'ibald~no 45 vog1io che conduceva i feriti. Venne dopo un'ora, e ~utti no t ci precipitammo agli sportelli, prendemmo sulle braccì a quei valorosi mutilati e feriti, H baciammo contenerezza infio.tta, piangemmo con loro su questa che pareva a tutti noi una sventu r·a della pateia. Chi ose r·à, .dire che fra garibaldini e truppa ci fosse ancora della vecchia 1 uggine? Quelli infelicissimi, pallidi, affeanti dai patìmenti e dal digiuno, furono meravigliati della improvvtsa apparizione di tante camicie r osse, e ringraziandoci con tutta l'effu~ione del loro animo Bi facevano portare a braccia nelle carrozze fuori della stazione. In quello stesso con voglio v'erano trecento prigionieri austriaci. Mi fa penrt il dover conf~s sare che alcuni dei nostri, esasperati alla vista delle ferite toccate ai valorosi soldati, accol ~ero con fis chi i prigion1eri. Ma essi rìmanevano. impassiblli, spenzolando dag-li S!)orteUi quei loro -visi sudici e que' baffi di capecchio. Pareva che i nschi non andassero a loro. Xll. l, I FERITI DI CUSTOZA. I feriti si avviavano sulla strada che mena allo spedale di Bresci::\, quando voltato l'occhio per ·caso all'interno d'un vagone, vi sèorsi un suld&to disteso sopra i cuscini. Mi slanciai dentro, e postomi in attenzione sentii che il soldato dormiva placj damen te. Avea fasciata · la testa, e · fra. le bende si vedevano qua e 1à goccie di sangue: il braccio destro era tenuto sospeso al collo con · un rozzo fazzoletto. Eea pallido i n viso, ma di lineamenti vigorosi. Lo destai adagio, e quegli so1·gendo d'.un tratt~ in piedi si guardò stupito all'intorno, come per• r1cordars1 degli nlttmi avvenimenti, poi guardò me senza dir nulla, ,-poi seguitò coll'occhio la tri~te carovana dei feriti che non avevano potuto trovar posto nelle carrozze Allora, come risovvendosi a un tratto dei memorandi avvenimenti del giorno innanzj, si battè con la mano sinistra a fronte, e disse soapirando:

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