Memorie di un garibaldino

42 Biblioteca PrJ;triottica bero stati lietissimi di riman@r s~nza pranzo, purch9 i Volontar i non patissero. Fu una bella lezione che morti· ficò assai i nost ,·i superiori, fu un atto così bello, così spontaneo di car1tà cittadina, che io qui sento i' obbligo, a nome di tutto il reg~imento, di ringr·aziare quella patriottica popolazione. E così duro sentirsi rimproverare ingiustament~, quando invece avrebbero 'dovuto amorevolmente consigliarci alla pazienza! Ed è poi così do!ctj trovare una corrispondenza d'affetto, trovare che una · c1ttà intera apprezza il sacrificio che eravamo dispoiti a fare, e non della vita soltanto, ma di tutti i ·comodi, di tutti i bisogni ! Senza quell'aiuto degli Anconitani noi saremrno rimasti ancora ventiquattr'ore senza ammorzare la sete~ Non v'era colpa e malevolenza dì nessuno; ma una imprevi .. denza inaudita, una trascuraggine riprovevole per parte di tutti. XI. .A B RE S Cl A. Ancqra veni-iquattro ore di viaggio da Ancona a Milano. E un bel tratto e piacevole, che si prolunga sulla riva del mare fino a Rirnini; poi traver sa colline e pianure interminabili, vali<'a fiumi e torrenti, spacca in due le montagne, suggioga insomma tutti gli ostacoli: Jmmagine deUa prevalenza dell'arte perfezionata sul ·e .forze brute della natura. P~s~ammo Bologna, Modena, Reggio, Parma, Piacenza, finalmen te su quella gran pianura lombarda vedemmo brillar· da lontano, sotto i raggi d'un sole splendidissimo, le guglie del duom.o di Milano. N el!a stazione ci fu impedito di scendere. Avevamo un bel gridare che da ventiquattro ore noh toccavamo cjbo, che si ~tava Jà dentro pigiati e strizzati come sar dine jn salamo1a, che ci pe r~mettessero in grazia di cer care da per noi un po' da mangiare. Non ci fn verso di scenttere. Il colonnello Nicoter~ ci volle prendere quest~ volta con

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==