Memorie di un garibaldino

4 Biblioteca Patriottica vule squarciate mandi un sorriso d'amore al pellegrino affralito. Un buon vecchio mi domandò un giorno in Acqua- · viva, per che cosa fossi andato anch'io a fare la guerra, io così giovane, così delicato d'aspetto, che appen~ ap- . pena potevo sapere che c'è un Italia non ancora com- .pìta, che c'è uno straniero da cacciar via dalla nostre .. terre. Mi parve di capire che quell'uomo era più bambino di me, e improvvisai lì per lì una lezione di patriottismo, gli cl.imostrai che un popolo non sarà mai grande ne acquisterà mai un titolo di indipendenza, fino a che non si levi in massa come un sol uomo, nell'entusiasmo, nell'inizi ti tiva popolare, e in mille altre cose di questo genere. Mi accorsi stizzito che le mie parole non facevano breccia in quell'anima assiderata~ ma ri·- . pensai più tardi a quél vecchio che mi lasciò scrollando il capo e serrandomi fort~ forte la mano; ci ripenso anch'oggi, e ho dovuto con me stesso concludere, che forse forse egli aveva ragione. Anche questa la potete mettere fra te cose imparate nella guerra disgraziatissima del 1866. , ' Scrivo queste pagine nel silenzio della mia cameretta, seduto sul caro lett.icciòlo di casa Jl?.Ìa. Le scrivo piut- , tosto per passatempo alle lunghe ore d'un ozio increscioso, che per diletto di cbi volesse leggermi. Non è un romanzo ; non sar à nemmeno u'na ~ttorJa filata delle cose e dei paesi veduti, dei fatti d'arrue a cui presi parte, delle marcie inutili, degli spropositi dei capitani, del le sofferenze lunghe e delle b l·evi soddisfa~doni. Nelle nvtti insonni, passate su in Lombardia o nelle aspre giogaie del Tirolo, pigliavo nota a punti di luna di quello che avevamo armeggiato nel giorno; e ora rileggendo quelle note m'è pa1 so che se ne potesse cavare un costrutto. Qualunque esso sia, ho creduto bene di raccoglierle, d1tr · loro una forma lPggìbile, e presentarle .con più coraggio che speranza ai miei leggitori1 se casomai ;me ne toccheranno,

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