Memorie di un garibaldino

' 36 Biblioteca Patriottica avvezzat1 a fare assegnamento anche sulla capitale dell'Austrìa), mi promettt tu, ragazza gentile, di fare al· l'amoee con me? » E siccome non ero beP._ certo di poter mantenere con scrupolosa fedeltà la promessa, me le avvicinai, e jn via di caparra le stampai sopra la gota un bacio. . Non ebbe cuore di sdegnars1, quantunque col gomito troppo tardi alzato si fosse ingegnata a difendert:Si. Sorrise invece arross"'ndo, e Si · allontanò qualche passo ammiccandomi la mamma, che s1 faceva spiegare da un prete che cosa fossero quei chifelli gallonati sul braccio ai sergenti 6 ai capora1i. Ma il bacio intanto era ito, e 10 vi confesso che 1n quella fratellev0le comunanza di soldati e di paesani un po' di burletta amotosa ci stava d' jncanto. La mia conquista si chiamava Carolina, era 1iglta unica d1un modesto possidente, e aveva il damo all'esercito. Perdonami quel bacio, o camerata anonimo!: io non lo d..:tti a fine di male. e credimi che per riparare la involontaria infedeltà della .tua amante leggiadra, io ti desiderai in quel momento non una ma dieci vittorie, e una medaglia al valor militare, e di far ritorno in pat r· ia carico di spoglie opime, ricevuto dal Sindaco e dalla Banda della Guardia Nazionale. La Carolina non ricorderà più forse il giovanetto garibaldino, che le lasciò per ric9rdo uno spillo filogranato. Io le Jnvio ora, ad ogni modo, un saluto fraterno, per dirle che il piccolo Don G1ovanni -è tornato, ma che le carabine au st~iache lo hanno conciato pel di delle feste. A~chitai la mamma, sbraccettai la ragazza, e mi feci dire che cosa ci fosse di bello in Mod'lgno. Non v'era che due cose sole: il vino a venticinque centesimi il fiasco, e con due soldi una porzione di fagioli freschi squisitamente cotti. :Modugno è piccolo paese, ma grazioso e raccolto. Ci diventò tanto simpatico, quanto avevamo p eeso a noia Ba t• i. Non si parlò di manovra per tutto il giorno seguente. Potemmo dunque sbirbarcela a nostro bell'agio, e io passai qualche oretta in casa della bella Carollna, la quale per prima cosa mi .proibì di darle un secondo t>acio. Sul far- della sera ero l'amico sviscerato della famiglia, a cui raccontavo diffusamente le campagne che non aveamo fatte ancora, ma che già dovevano avere quell'e-

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