Vita apologetica di Giuseppe Mazzini

39 Ma la guerr-a eivile di Aspromonte, tirò l'anatema sul labbro di Mazzini, e lo scagliò in faccia al governo in nome della civHtà e della storia. Seppe che misteriosamente si era redatto un decreto che cedeva la Sardegna , alla Francia; lo fece pubblico e l'Italia da tutte le parti rispose con un ruggito di indignazione e di minaccia, e dichiarò sin d'allora che i Repubblicani avrebbero tatto da sè, nè più avrebbero avuto contatto con chi si faceva assassino dell'uomo che aveva conquistato alla monarchia mezza Italia, e voleva compire il suo dono generoso offrendole anche Roma; dich,arò franta per sempre l'ultima linea del patto stretto fra i Rtpubblicani e la monarchia, non per combattere contro di e.ssa, ma per essere sciolti da ogni obbligo e liberi d'ogni ìnizìativa. Di poi cominciò più alacremente a pensare ed operare per la liberazione di Roma e Venezia, e riusci all'intento di conferire coi ministri sar~di che simulavano di aderire alle sue proposte, alle sue magnanime idea, ma fu nuovamente tradito facendoglisi credere che il governo si sarebbe messo allo scopo d'accordo con lui; sì ché non volle più aver che fare con essi, asserendo dolorosamente che dall'Italia non sperava più nulla. Tuttavia continuò a mantenersi in relazione coi molti Comitati d'Italia per la redenzione del Veneto e Trentino; propose a Bismarck di unirsi a lui per vedere di alleare l'Italia colla Prussia fremente contro l'A ustria9 per schiacciarla colla guerra; ma l'Italia tornò ~ ~ o]~ alla battaglia e fu nuovamente dal governo sardo tradita nelle aspirazioni e nell'opera. perchè Napolenne III non .volle che noi si vincesse; e Il nostro esercito rimase disonorato sui campi di Custoza, affinchè Napoleone potesse farsi çedere dall'Austria quella Venezia che gl 'Italiani non seppero conqnistare, e donarla., come cosa propria, alla Casa Savoia. Così Mazzini si trovò ancora deluso, così dovette vedere un'altra volta riuscir vani tanti sforzi e tanti sacri-

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