Ernesto Mezzabotta - Il 1848

'., IL 1848 9 - Sì, come di uno strumento che si spezza quando si è adoperato. É imminente il giorno del1a luce, capitano; e vedrete allora quanti idoli infranti fngombreranno di loro rottami il pavimento!.. Per ora... lavoriamo!.-. Il segretario7proseguì la lettura delle sue note: · - Il fermento in Ungheria è giunto al colmo. L'Austria, non trovando altro mezzo, ha suscitato contro gli Ungheresi l'antica rivalità dei Croati Si annunziano imminenti le ri"Yolte; il conte Andrassy, presidente del comitato di Budapest, chiede soccorsi e facoltà di agii e. - Andrò io, se il consiglio lo permette! - esclamò uno dei membri dell'adunanza, balzando in piedi! - Vivadio, signori!.. bisogna che H sole ungherese illumi~i an~ora una volta la spada di Kossuth!.. - Che· ne dite, fratelli 1 - rispose Mazzini, volgendo intorno uno sguardo -= Il nostro fratello Kossuth chie~e il permesso: di andai e a mettersi alla testa della rivoluzione ungherese. P~r mia parte io approvo questo divisamento, che farà tremare sulla sua base il colosso infernale di Vienna. - Noi approviamo! - risposero a una fola voce gli adunati. - Oh, grazie, signor~!.. - esclamò Lodovi co Kossuth, balzando in piedi con aspetto così rjsoluto, così pieno di fede e di entusiasmo, che avrebbe ispirato la fede a qualunque incredulo. Garjbaldi si levò anch'egli, e coglì occhi umidi si gettò fra le braccia dell'ungherese, esclamando: - Fratello, come t'invidio! - Partirete domani, Kossuth- d1sse Mazzini al~ futuro dittatore dell'Ungheria: ;- Proseguite,"t" Orsini; credo che avete aneora molte notizie da comunicarci.

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